La Biomedica Foscama chiude i battenti, maestranze sotto choc
19 Aprile 2010La Biomedica Foscama di Ferentino chiude i battenti e gli operai si sono ritrovati questa mattina davanti ai cancelli per protestare pacificamente e chiedere spiegazioni alla proprietà . Affiancati dai rappresentanti sindacali hanno atteso invano. Sulla chiusura del sito se ne parla da giorni nei corridoi dello stabilimento, leader nella produzione e vendita all’estero di due prodotti di punta della linea farmaceutica dei metabolici. I sindacati sono stati convocati il 26 di Aprile in regione. Sembra che la proprietà voglia smembrare il sito e venderne ogni singola parte: “…Al tavolo regionale andremo con la pretesa che vengano salvati gli attuali livelli occupazionali e non cederemo – ha dichiarato Silvio Campoli della Filcem Cgil – Se c’è un potenziale acquirente vogliamo parlarci e vedere che intenzioni haâ€.  Se da un parte i sindacati sono vigili e attenti dall’altra gli operai non si riprendono ancora dallo choc: “.. Una situazione paradossale quella di questo sito per il quale lavoro da più di 30 anni – afferma Mary 57 anni di Roma – sono impiegata nell’ufficio vendite. Abbiamo commesse in Cina, Russia, Thailandia. E’ la gestione che è diventata fallimentare. IL nostro è un fiore all’occhiello che chiude per negligenza ed incapacità dell’attuale proprietà . Cosi ci uccidonoâ€. Parole forti quelle pronunciate da persone che sono cresciute nell’azienda di Ferentino. La Biomedica Foscama, nata come attività alle porte di Roma con la famiglia di imprenditori legata al nome di Fanco Gritti, viene dislocata in provincia di Frosinone dietro la sollecitazione dei fondi per la cassa del Mezzogiorno. Ai lavoratori della provincia di Roma se ne sommano altri della Ciociaria arrivando ad un numero complessivo di 180. cento venditori ed 80 interni. La Biomedica diventa quarta a livello mondiale nella capacità di affermarsi nel difficile mercato della Cina. IL fatturato annuale è di 13 milioni di euro. Ad aprile 2010 si è sull’orlo del baratro. Una situazione che non va giù ai dipendenti la cui età non consente loro  di ricollocarsi facilmente nel mercato del lavoro. Lo strumento dello sciopero e della protesta sono e uniche armi per difendere l’occupazione di una vita. Tamara Graziani
Attenti ai sindacati.Parla un ISF della Wyeth ,nel nostro caso ci hanno fatto trovare davanti ad un accordo già stipulato,che prevede la mobilità ,anche se il nostro acquirente è la PFIZER che non è certo in difficoltà ,come si spiega tutto cio’ se non solo che è una speculazione che mira a sfruttare gli ammortizzatori sociali ,come mai nel nostro caso il sindacato non ha voluto vedere chiaro?
sempre più spesso sento lavoratori licenziati o in cassa integrazione inveire contro i sindacati,raramente invece contro gli imprenditori che in quella situazione li ha mandati.di questo passo vedo sempre più difficile l’affermarsi di una coscienza di classe da parte dei lavoratori.è un capolavoro dei padroni farci credere che il nostro licenziamento è colpa nostra o dei sindacati e non della loro avidita.