Federcontribuienti chiede la legalizzazione della prostituzione, “Purché paghino le tasse”
15 Novembre 2011Dall’Ufficio Stampa Federcontribuenti riceviamo e pubblichiamo:
Sono belle, intelligenti, alcune di loro, in una precedente vita, erano professioniste: commercialiste, avvocatesse, dottoresse. Professioni di rispetto, eppur soggette a quelle pratiche sociali e politiche antipatiche, limitanti, piene di trappole. Professioni costrette a pagar le tasse: che siano libere professioniste o dipendenti non cambia la sostanza, onorare il fisco italiano. Così, le più intraprendenti, decidono di fare il grande salto e diventano escort. La prostituzione non è sotto accusa, non si parla di moralità e nemmeno si vuole essere ipocriti. La prostituzione è un mestiere come un altro se fatto liberamente, tuttavia, visti i tempi difficili, la Federcontribuenti intende chiedere al governo una legge che legalizzi questa professione e che assoggetti, chi la pratica, allo stesso carico fiscale degli altri lavoratori. «Queste escort non versano un euro di tasse. Le più ”famose” hanno importanti capitali all’estero, si muovono con la comune postapay che non lascia traccia. Abitano in lussuosissimi appartamenti che in alcuni casi risultano in comodato d’uso o di proprietà di prestanome». E se per la legge italiana la prostituzione è reato e per tanto bandita, nel web e sui giornali, pullulano i loro annunci. Hanno siti web così raffinati da sembrare studi legali. Addirittura applicano un rigoroso tariffario accessibile al pubblico. Per un’ora andiamo dalle 300 alle 500 euro. Un week-end costa intorno ai 4 mila euro e chi, se non facoltosi industriali, gente famosa dello spettacolo e politici può permettersi questi prezzi? Secondo la Federcontribuenti, «non solo una legge che le legalizzi spezzerebbe le catene della tratta umana, ma, costringendole al fisco, le casse dello Stato troverebbe vantaggio e, come è giusto che sia, i contribuenti onesti, quelli soggetti al carico fiscale, troverebbe un minimo di giustizia fiscale». Bisogna anche dire che, queste escort di lusso, avendo come clientela importanti uomini e tecnici dello Stato godono di qualche favore e privilegio negato agli altri contribuenti italiani: non hanno problemi con Equitalia, non subiscono pignoramenti selvaggi, non temono l’arrivo di raccomandate con atti giudiziari, non temono la crisi economica, insomma, un guadagno al netto al 100%.
Cosa aspetta la Guardia di Finanza a far rispettare in maniera vasta e prorompente i dettami dell'articolo 36 comma 34bis della Legge 248/2006 a riguardo della prostituzione tassata come indicato nella Sentenza della Cassazione n. 10578/2011. In effetti, grazie alla suddetta normativa, tutte le meretrici, dalla stradale alla escort, in Italia devono pagare le tasse con tanto di relativa partita IVA aperta. Questo sarebbe la salvezza delle casse erariali dello Stato.