Una battaglia per rivendicare il diritto a vivere pienamente la natura
13 Settembre 2013I primi furono Adamo ed Eva, poi tutti gli altri e, tra questi, i naturisti che affollano la spiaggia dell’Arenauta a Gaeta. E’ lì che da tempo un gruppo di naturisti, rivendica il diritto a godere della splendida spiaggia così come madre natura li ha fatti: nudi. E’ una filosofia di vita sposata da chi vuole sentirsi parte integrante della natura, senza nessuna barriera che possa creare distanze con essa. “Ci mostriamo per ciò che siamo realmente – spiega Francesco De Gennaro, 46 anni, presidente dell’Unione Naturisti Campania (Uni Campania) – senza nasconderci dietro la classe sociale di appartenenza, dietro le nostre ricchezze o povertà , l’importanza o meno dei nostri lavori. Qui in spiaggia siamo tutti uguali e tutti nutriamo lo stesso profondo rispetto per la natura. Il naturista, per definizione, è uno che ha rispetto per se stesso, per gli altri e per l’ambienteâ€.
La spiaggia dell’Arenauta dal quale De Gennaro ci parla è uno splendido tratto di riviera pontina che ricade nel territorio di Gaeta. Un tempo era nota per essere interamente vissuta dai nudisti “protetti†dal non facile accesso all’arenile. Per arrivarci, infatti, nel migliore dei casi bisogna scendere (e poi risalire) centinaia di gradini, oppure percorrere un tortuoso, polveroso e ripido sentiero.
Poi, con il tempo, l’industria del turismo ha creato le comodità e i limiti ai nudisti, fino a relegarli in un centinaio di metri di spiaggia. Certamente non si lamentano perché il loro resta l’angolo più bello e naturalisticamente meglio conservato di tutta la spiaggia. Nonostante la lunga storia di naturismo nella zona, hanno problemi ad essere accettati e riescono a praticarlo in quell’area solo perché “tolleratiâ€. “In Italia siamo circa mezzo milione quelli censiti perché iscritti ad associazioni – spiega De Gennaro, che nella vita è artigiano e appassionato di teatro – ma realmente, a praticare il naturismo siamo oltre un milione. Eppure, almeno nel nostro Paese, siamo potenzialmente punibili del reato di atti osceni in luogo pubblico (Art. 726), equiparati, quindi, a chi si spoglia in un mercato o si masturba ai giardinettiâ€.
Questo perché a Gaeta, l’associazione presieduta da De Gennaro, nonostante innumerevoli sforzi protratti negli anni, non riesce ad ottenere dall’amministrazione comunale, così come accade altrove, una delibera che legittimi il naturismo su quel tratto di spiaggia. Eppure i risvolti economici non sono da sottovalutare se si considera il potenziale di questa fetta di turismo. Al momento la spiaggia è fruita da una cinquantina di naturisti ma il numero è limitato perché non può essere pubblicizzata così come avviene per altre spiagge italiane legittimate al naturismo.
“I risvolti economici non sono da poco conto se si pensa che oltre al milione di naturisti italiani ce ne sono 30 milioni europei. Il nostro Paese è quello più di altri li fa fuggire all’estero, in particolare verso la Francia che lo scorso anno ha ospitato oltre 2 milioni di naturisti stranieri per un fatturato di oltre 120 milioni di euro. Qui, invece, siamo ancora costretti a combatte con la burocrazia, i voyer e i molestatoriâ€. Infatti ad inizio agosto, De Gennaro ha dovuto affrontare un uomo che sulla spiaggia, si stava masturbando. Nell’invitarlo ad andare via, questi ha reagito colpendolo con una testata su uno zigomo ed un morso sulla guancia, costringendolo a ricorrere alle cure del pronto soccorso da dove è stato dimesso con una prognosi di 12 giorni. “In questa situazione di tolleranza e non di legittimità , anche i deviati si sentono autorizzati a tutto. La prima cosa che ti rispondono quando chiedi loro di smettere, è che anche noi, nudi sulla spiaggia, stiamo commettendo un reatoâ€. Purtroppo però, il naturismo puro e sano, si porta dietro un bagaglio di equivoci da cui è difficile scollarsi. Per troppi anni si è pensato che le spiagge naturiste fossero un miscuglio di scambisti, esibizionisti ed anche voyer. Insomma di coloro che volevano vivere apertamente, e forse in maniera sfacciata, la loro sessualità . “Va detto che per troppi anni in passato questa forma di promiscuità c’è stata – ha concluso De Gennaro – da tempo, stiamo cercando di far capire che il naturismo è un’altra cosa. E’ qualcosa che non ha nulla a che fare con il sesso, o quantomeno con quel sesso che non rientra con i normali canoni dello stesso. Del resto sempre più famiglie vivono le spiagge nudiste con i loro figli e questo è bellissimo.
Io stesso, con la mia compagna, (Floriana Figliomeni, 41 anni, nella foto che esce dall’acqua) portiamo spesso in spiaggia i miei nipotiâ€. Inoltre sono invidiati perché, secondo alcuni, occupano le spiagge più belle ma a tal proposito De Gennaro sostiene una tesi diversa. “Un tempo tutte le spiagge erano belle. Poi hanno cominciato a cementificare, a creare comodità a tutto discapito della natura. Noi, invece, sulle nostre spiagge non permettiamo nessun intervento tant’è che per l’Arenauta non chiediamo concessioni per poter costruire stabilimenti balneari o chissà cosaltro. Chiediamo solo di essere legittimati a vivere serenamente la nostra filosofia. Semplicemente, quindi, le nostre spiagge sono belle perché le sappiamo meglio conservareâ€.
Ermanno Amedei
Mi risulta chel'articolo 726 del C.P. punisce gli â€Atti contrari alla pubblica decenza†ed il solo fatto di stare nudi non è, per la lingua italiana, un “atto†ma uno “statoâ€.
Se il naturista si mette nudo e, in particolare, in una spiaggia in cui si pratica notoriamente naturismo da circa 40 anni si limita a compiere atti come nuotare o fare il bagno che sono atti innocenti non commette, a mio giudizio, alcun reato e va tutelato come tutte le minoranze da chi in modo incivile lo vorrebbe eliminare.
Dagl'anni 70 la quasi totalità delle sentenze hanno archiviato od assolto i naturisti. Ma purtroppo, come certe volte accade, ci sono dei giudici che interpretano, a mio parere, la legge in modo scorretto (e non solo per i naturisti) come è successo addirittura in Cassazione dove abbiamo visto che nel 2000 ci sono state due sentenze che dicevano che il nudo naturista in pubblico non è reato e successivamente nel 2006 e nel 2012 hanno detto che, al contrario, era reato.
Concludo dicendo che io, assieme ad un amico, fummo assolti dal Pretore di Ravenna Donatella di Fiore già nel1995 perche "il fatto non sussiste" e che anche la pubblica opinione si è espressa a forte maggioranza a favore del naturismo con sondaggi già dagl'anni ottanta.
Fidenzio