La possibilità che Vallerotonda, piccolo comune montano del Cassinate possa ospitare un certo numero di nomadi “sfrattati†dalla Capitale, ha messo in subbuglio i residenti che si stanno attivando con iniziative di protesta. L’amministrazione comunale di Vallerotonda è tenuta, in questo periodo, da un commissario prefettizio dopo la sfiducia espressa, alcuni mesi fa, dall’assise civica al primo cittadino Giovanni Rongione. Il commissario di governo avrebbe indicato come possibile sito in cui ospitare nuclei rom, alcune vecchie case Ater nella frazione di Cardito. I residenti, ovviamente, allarmati da questa ipotesi, protestano e ritengono che la decisione non possa essere presa da una rappresentanza non eletta dai cittadini. Il commissario, invece, ha riferito di aver partecipato insieme ad altre rappresentanze del terriotiro, ad alcune riunioni indette dalla prefettura di Roma per far fronte al fenomeno delle popolazioni nomadi ma di non aver preso delle decisioni in merito. Avrebbe ammesso però che al fax di richiesta di eventuali disponibilità inviate dalla prefettura capitolina, il responsabile dell’ufficio tecnico ha risposto chiarendo che l’unica possibile disponibilità era individuabile presso le case Iacp in località Cardito che comunque versano in uno stato di totale inagibilità . E dunque tale posizione non sarebbe immediata. La questione però, mantiene i cittadini in pre allarme. Inserire famiglie di nomadi in un piccolo centro dove la criminalità è prossima allo zero significherebbe stravolgere equilibri sociali consolidati da anni.