Vi è mai capitato di scoprire di avere avuto i ladri in casa? Spero di no, ma se vi è successo, avete provato anche voi quella sensazione di sporco sulle cose a voi più care? Uno sporco che nessun detersivo, per quanto potente, è capace di eliminare.. E avete provato quasi un distacco, un rigetto, verso tutto ciò che sentivate vostro e che, ora, è come se fosse stato profanato?
Beh.. lo stupro è una violenza che, se non provi, non puoi neppure intuire.
Quello sporco te lo senti addosso; l’odore acre e disgustoso di un cinghiale a due zampe che si insinua nei tuoi più intimi anfratti non lo lavi via neppure se ti strofini con la lana d’acciaio. E quel distacco, quel rigetto di cui ti parlavo prima, paradossalmente, lo provi verso il tuo corpo, come se non fosse più tuo: perché è stato violato, disonorato, offeso, insultato.
Dopo uno stupro, sei arrabbiata con il mondo. Ma prima di tutto, sei arrabbiata con te, perché non sei stata in grado di difenderti. Poi, sei arrabbiata con le persone che ami di più, perché non sono state in grado di difenderti. Tutto il mondo non è stato in grado di difenderti.
E quanto più avevi nutrito sogni di romanticismo e rispetto, che hai visto infrangersi sotto i colpi ritmici di chi dentro te sta cercando un orgasmo …per poi lasciare il posto ad un amico, e poi ad un altro e un altro ancora… tante meno sono le possibilità che tu, un giorno, possa tornare ad essere l’ombra di quella che eri.
E’ un po’ come una morte lenta; una persona che smette di essere tale e che diventa qualcos’altro. E chi violenta è ben più di un assassino: perché mentre l’assassino pone fine ad una vita, lo stupratore da’ inizio ad una densa di sofferenze. Senza neppure che quella persona se la sia cercata, o abbia fatto qualcosa, una qualunque, per meritare tanto male.
Carcere? Pene più lunghe? No, e a che serve?! Dobbiamo anche mantenerli certi bastardi: accudirli, dargli un tetto e un pasto caldo; e molti più privilegi e garantismi di quelli che pensate.
E se, invece, li rendessimo produttivi? Cioè.. fermo restando che è giusto che si eliminino i gratuiti patrocini per i boss mafiosi condannati, anziché sostituire i fondi destinati a quei boss con quelli per le vittime di violenze, le spese processuali, gli avvocati, le terapie psicoanalitiche e quanto serve a quelle donne per affrontare l’immeritato dramma potrebbe essere “prodotto†da chi quel dramma glielo ha procurato. Facendogli fare i lavori più duri, come spaccare pietre o estrarre carbone; dalla mattina alla sera e senza sosta.
E invece no: ce li teniamo in carcere, nella migliore ipotesi anche per qualche anno, correndo il rischio che tra una partita a calcetto e la palestra trovino anche il tempo per masturbarsi, pensando a quanto sia stato eccitante tenere sotto sé quella donna profumata di buono e che tanto si dimenava…
Vittoria