La Consulta dei sindaci del Cassinate ha incontrato i responsabili della Sogin, la società che ha il compito di smantellare la centrale nucleare Garigliano, che si trova nel Comune di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, e i tecnici dell’Autorità di sicurezza nucleare, Ispra, che sovrintende alle attività si smantellamento. Nel corso dell’incontro i tecnici della Sogin hanno illustrato le attività finora realizzate e il piano industriale, che prevede “una significativa accelerazione delle attività di decommissioning, con l’obiettivo di completare lo smantellamento degli impianti e la messa in sicurezza dei rifiuti entro il 2019, con un anticipo di due anni rispetto al precedente piano. Nel 2008, Sogin ha raggiunto tutti gli obiettivi stabiliti dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas e ne ha anticipato uno relativo al 2009. Il volume complessivo di attività è stato oltre la metà di quello complessivamente realizzato nel periodo 2001-2007â€. Nella centrale Garigliano di Sessa Aurunca, nel quadriennio 2009–2012, Sogin realizzerà attività di smantellamento per circa 45 milioni di euro, oltre tre volte il volume di attività realizzate fino al 2008. Nel 2012, l’avanzamento medio nello smantellamento della centrale Garigliano raggiungerà il 44 %, rispetto all’7% cumulato al 2007. “Nella centrale nucleare Garigliano sono presenti 2605 m³ di rifiuti radioattivi di bassa e media attività prodotti dalle attività di esercizio della centrale, corrispondenti complessivamente a 3430 contenitori. Per elevare i livelli di sicurezza nello stoccaggio dei rifiuti della centrale è in corso la ristrutturazione di un edificio e la costruzione di un deposito, nei quali questi rifiuti radioattivi saranno temporaneamente stoccati, in attesa del loro successivo trasferimento al deposito nazionale. I lavori termineranno rispettivamente nel 2009 e nel 2011. Infatti la Sogin ha spiegato che nella centrale nucleare del Garigliano il deposito temporaneo ospiterà i soli rifiuti radioattivi della centrale e già presenti nella centrale e ciò permetterà di elevare ulteriormente la sicurezza nel loro stoccaggio a tutela della popolazione e dell’ambiente, in attesa che l’Italia si doti di un deposito nazionale. La Sogin gestisce la rete di sorveglianza ambientale della centrale Garigliano, in funzione dal 1960 ed è composta da 29 punti di prelievo. Sogin ha infine presentato lo studio realizzato nel 2003 dal dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Caserta sulla radioattività naturale ed artificiale presente nella piana del Garigliano, che hanno confermato che l’impatto della centrale nucleare Garigliano sull’ambiente è stato del tutto trascurabile.