“Ca-Morra”, due diverse strategie difensive. Magliulo ancora latitante
12 Maggio 2009Prime scarcerazioni per gli indagati coinvolti nell’operazione Ca-Morra effettuta di carabinieri nel Cassinate. Era metà febbraio, quando, 18 persone, tra Lazio e Abruzzo, ma particolarmente nel cassinate, vennero arrestate perché ritenute appartenenti ad un sodalizio criminale che, con metodi camorristici, avvano conquistato la leadershisp sul mercato della vendita delle auto usate nella bassa provincia di Frosinone. Sequestri per cento milioni di euro vennero effettuate dai militari insieme alla guardia di Finanza che scoprì, anche, e forse soprattutto, un giro di evasione fiscale e false fatturazioni milionario. Diverse le linee difensive degli avvocati degli indagati. Chi si vvalse della facoltà di non rispondere e non collaborare; chi, invece, decise in sede di interrogatorio di garanzia di rispondere alle domande del gip romano che ha ordinato le misure cautelari. Per gli assistiti di questi ultimi, Francesco Gallozzi e Ferdinando Spada di Cassino, difesi da Mariano Giuliano e Luigi Pascarella, seppur indagati per associazione a delinquere come gli altri, è caduta l’aggravante delle “modalità camorristiche” per cui, allo scadere dei termini dei tre mesi, sono stati rimessi in libertà senza alcuna misura restrittiva. Gli altri, per i quali l’aggravante persiste, restano in carcere. Aperta invece, quasi fosse appesa, è la posizione di Luigi Magliulo, l’uomo che, dal blitz delle forze dell’ordine, è latitante. Nonostante ciò però ha nominato un collegio difensivo composto dagli avvocati Giulia Buongiorno, nota per essere l’avvocato del senatore a vita Giulio Andreotti, e gli avvocati di Cassino Sandro Salera e Antonio Chianta. La famiglia Magliulo, circa 10 giorni fa, ha visto i carabinieri porre i sigilli a due lussuose ville e ad una autoconcessionaria di Aquino, intestate al figlio del latitante. I motivi però sono ben diversi da quelli per cui il padre è latitante, sono infatti legati ad una vicenda di abusivismo edilizio.