L’islam economy per superare la crisi del sistema finanziario
13 Maggio 2009La crisi dell’economia mondiale chiede aiuto all’islam. Già in Spagna, la banca islamica Halal conta di avere un bacino di utenza superiore ai due milioni di clienti. Si sa che per i soldi non si guarda in faccia a nessuno, figuriamoci alle religioni. Ed infatti il sistema creditizio islamico sembra offrire maggiori garanzie di stabilità di quello occidentale dato che favorisce un modo più etico e conservatore di fare business. Le finanze islamiche si differenziano dalle altre nel fatto che i benefici di banche e clienti si basano sull’evoluzione reale del business. Il Corano vieta infatti la speculazione finanziaria, quindi guadagnare danaro sul danaro e imporre elevati interessi è ritenuto contrario alle leggi dell’Islam. Nel caso della concessione di un credito ipotecario, ad esempio, la banca e il cliente fissano in aticipo la durata del prestito, l’importo delle quote dei ratei, il prezzo finale dell’immobile comprensivo degli interessi di tutto il periodo. Non sono previste revisioni dei tassi di interesse, nè la possibilità di sequestro giudiziario. Se l’acquirente non può far fronte al pagamento, la casa viene messa all’asta e il ricavato viene diviso fra la banca e il cliente, in base alla quota di partecipazione. La responsabilità finanziaria è condivisa e si basa sulla fiducia. I precetti del Corano comportano anche che gli investimenti dei musulmani non possono essere destinati a imprese collegate con le carni di maiale, il gioco, le bevande alcoliche e il settore degli armamenti.