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“Ciao sono Claudio e ti racconto la mia storia”. Così esordisce nel suo racconto l’uomo che nella notte tra il 12 e 13 agosto del 2005 stava viaggiando sulla Golf di Natale Gioffrè, sulla Roma Napoli, in direzione sud. “Insieme a mio fratello e due amici che stavano andando in ferie, il 12 agosto 2005 eravamo diretti in Calabria dove, purtroppo non siamo mai arrivati. Fu l’inizio del dramma che mi vide vittima insieme ad altri due. Purtroppo Natale ci ha lasciati grazie al gesto irresponsabile di balordi che quella notte non avevano nulla di meglio da fare che lanciare un masso di 41kg dal cavalcavia. Io ricordo che il viaggio stava andando bene, si scherzava, stavamo andando in vacanza per cui c’erano tutti i presupposti buoni. Ridevamo e scerzavamo sul calcio. Solo Natale era del Milan e noi tre juventini. All’improsivo il botto e il nostro dramma! Un gran botto e poi per me il buio anche della memoria. Poi il risveglio all’ospedale Umberto Primo di
Roma e poi, piano piano, dopo un giorno di coma e altri 18 giorni di coma farmacologico, i miei familiari mi hanno raccontato cosa mi era accaduto. Nei primi giorni dopo l’incidente nessuno mi aveva voluto raccontare la verità sul mio amico Natale, cioè, la sua morte. Ancora oggi, dopo quasi quattro anni dal fatto, ogni volta che sento un’autoambulanza o l’elisoccorso mi vengono i brividi. Eppure, mi è stato solamente raccontato di essere stato prima in ambulanza e poi sull’elisoccorso. Dell’incidente ho completamente il buio nella mia mente! Spero che la giustizia dia la condanna giusta a chi, per un gesto inspiegabile, ha rovinato la vita a tre persone uccidendone una quarta. I danni io li porterò per sempre finché resterò in vita. Questa è la mia storia vittima del masso killer di Cassino.
Claudio Schinco,
sopravvissuto all’incidente causato dal lancio del masso di 41 chili sull’A1