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L’arresto per droga non giustifica il licenziamento

L’arresto per detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti non è motivo valido per giustificare il licenziamento dal posto di lavoro. Lo ha stabilito in questi giorni il tribunale del lavoro di Cassino reintegrando nell’organigramma di una azienda dell’indotto Fiat, un 26enne di Cassino. A gennaio dello scorso anno, il giovane è stato arrestato dalla guardia di Finanza perché ritenuto coinvolto in una fitta rete spaccio di droga. Le perquisizioni riguardarono anche il posto di lavoro senza che, però, i finanzieri trovassero nulla. Per questa accusa è stato oggetto per sei mesi di misura cautelare di arresto ai domiciliari. Il suo datore di lavoro però, fin da subito, o ha licenziato sostenendo che le accuse mossegli facevano venir meno il rapporto fiduciario tra azienda e datore di lavoro. Un provvedimento che l’avvocato Raffaele Papa di Cassino, legale del 26enne, ha impugnato davanti al giudice del lavoro sostenendone l’illegittimità, facendo per altro richiesta di immediata reintegra. Contro questa iniziativa legale si è ovviamente schierato un folto gruppo di avvocati dell’azienda. In questi giorni il giudice del lavoro si è espresso a favore del lavoratore ordinandone l’immediato reintegro e il recupero degli stipendi pesi fino ad oggi.

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