Ha toccato temi nazionali ma anche temi locali il Papa Benedetto XVI nella sua storica visita a Cassino e a Montecassino. Ha parlato della crisi Fiat e del dolore patito dalla popolazione di Cassino a causa della guerra definendo Montecassino “culla del monachesimo ma anche obiettivo strategico durante il secondo conflitto mondiale.†Il Papa ha espresso solidarietà ai lavoratori in difficoltà per la crisi economica, precari, disoccupati o in cassa integrazione durante l’omelia della messa celebrata in piazza Miranda «So quanto sia critica la situazione di tanti operai» ha detto il Papa, invitando «a ricercare, con il contributo di tutti, valide soluzioni alla crisi occupazionale.†Ad ascoltarlo in prima fila anche il leader della Cisl Raffaele Bonanni. Ratzinger era sceso dall’elicottero alle 9,30 al campo sportivo accolto dalla banda dei carabinieri e dalle autorità per poi dirigersi in papamobile tra due ali di folla in piazza Miranda dove ad attenderlo c’erano cardinali e vescovi e autorità politiche, il ministro Matteoli, il sottosegretario Gianni Letta, i parlamentari Tajani, Iannarilli, Formisano, Ciarrapico, il prefetto Cesari, i presidenti della regione Marrazzo, della provincia Materiale e il sindaco Scittarelli ed altri. Sul grande palco, opera dell’architetto Giuseppe Picano, le statue di San Benedetto (una scultura lignea del 1500) e dell’Assunta (anch’essa una scultura lignea del 1700), patroni della città . “E’ per noi motivo di grande gioia accoglierLa in questa terra di San Benedetto, come è già avvenuto con i Suoi predecessori, segno, questo, del forte legame che nel corso degli anni si è andato consolidando con la nostra terra.†E’ il benvenuto del primo cittadino Bruno Scittarelli a Papa Ratzinger che aggiunge:â€E’ un grande privilegio per Cassino, per i suoi abitanti e per l’intera Diocesi sentirsi figli di San Benedetto e vivere quotidianamente illuminati dalla sua vigile guida e protezione. La presenza in questo Comune dell’Abbazia di Montecassino è per noi motivo di orgoglio e di impegno costante ad essere i custodi privilegiati insieme ai monaci delle spoglie mortali del Patrono Primario d’Europa.†Scittarelli accenna alla storia della città e ai lutti causati dalla guerra e poi annuncia che la piazza si chiamerà “ Piazza Benedetto XVI†a ricordo della visita. Poi è la volta dell’Abate Pietro Vittorelli:â€L’aver voluto celebrare la messa in questa città ci onora e ci impegna a coglierne il senso più profondo.†E ancora: “Un Papa di nome Benedetto che visita la terra di San benedetto è una parola fin troppo eloquente della misericordia di Dio che ancora una volta benedice questa terra che ha visto distruzioni e riedificazioni, ma che ha fatto della pace il suo orgoglioâ€. E’ la volta dei doni. L’Abate dona al Papa un bozzetto bronzeo raffigurante San Benedetto mentre il sindaco una croce d’argento del 1600. Il presidente della provincia Filippo Materiale un libro fotografico sulla Ciociaria di Smerilli. Poi la santa Messa officiata insieme a cardinali e vescovi e sacerdoti della diocesi con le note musicali del Piccolo Coro della parrocchia di S.Antonio e del Coro di San Giovanni. Intanto il caldo diventa eccessivo e i fedeli si coprono con i cappellini consegnati dall’organizzazione insieme alle bandierine del Vaticano e il tricolore. E’ una folla di circa diecimila persone, secondo la stima della polizia, e di altrettanti lungo il percorso. Nell’omelia Ratzinger si sofferma ancora sulla «sofferenza» della gente di allora per la guerra e «ne sono silenziosi testimoni i tanti cimiteri che circondano la vostra risorta città », citando in particolare «quello polacco, quello tedesco e quello del Commonwealth». Da giorni la città era in fermento e in particolare le 52 parrocchie della diocesi con le bandiere ai balconi «Benvenuto Santo Padre». Alle 12,30 Ratzinger in papamobile lascia la piazza per dirigersi, sempre tra due ali festanti di gente, il vecchio ospedale per l’inaugurazione della Casa della carità .