Carceri, quasi seimila detenuti nel Lazio
14 Agosto 2009Sono 5.637 (a fronte di una capienza di 4.765 posti) i
detenuti che passeranno Ferragosto nelle carceri del Lazio.
A questi devono aggiungersi anche i 260 ospiti del CIE di
Ponte Galeria. I numeri sono stati segnalati, alla vigilia
della giornata simbolo dell’estate, dal Garante dei
diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni secondo cui
«fra sovraffollamento, carenze di personale e strutture
inadeguate, lo Stato ha di fatto abbandonato la funzione di
recupero sociale dei reclusi, per altro costituzionalmente
garantita». A quanto risulta agli operatori del Garante attualmente ci
sono 875 reclusi a Regina Coeli, 1544 a Rebibbia Nuovo
Complesso e 346 a Rebibbia Penale. A Civitavecchia i
detenuti sono 430, a Velletri 380, a Latina 160. Le
situazioni di maggiore criticità sono a Frosinone dove, a
fronte di una capienza regolamentare di 322 posti i reclusi
sono 471, a Cassino sono 224 su una capienza di 260, e a Viterbo dove la capienza regolamentare è di
circa 430 posti e i detenuti sono 689.
Nel CIE di Ponte Galeria, sotto osservazione del Garante
dopo l’entrata in vigore delle nuove norme
sull’immigrazione, gli ospiti sono 260, 139 uomini e 121
donne. Fra questi si segnala la presenza di tre malati di
hiv che non possono essere espulsi per la malattia ma che
sono trattenuti nel CIE in attesa di essere identificati.
«Il dato dei novecento detenuti in più rispetto alla
capienza regolamentare delle carceri – ha detto il Garante
Angiolo Marroni – segnala che anche nel Lazio c’è il
problema del sovraffollamento che non è evidente come in
altre realtà per il fatto che il PRAP applica
periodicamente una politica di sfollamenti di detenuti nel
resto d’Italia. Una politica, questa, che dovrà fare i
conti con le nuove norme sull’immigrazione che,
inevitabilmente, porteranno al collasso carceri, CIE e
strutture giudiziarie. Detenuti in costante aumento per
fatti che potrebbero essere perseguiti diversamente, carenze
di personale e fondi, strutture fatiscenti sovraffollate o
nuove ma inspiegabilmente chiuse, assenza di politiche di
formazione lavorativa e recupero sociale. E’ questa la
fotografia del sistema carcerario italiano in questo momento
storico. Accolgo con favore la notizia che, domani, decide
di parlamentari italiani visiteranno le carceri di tutta
Italia perché ogni iniziativa che sollevi dibattiti e
interrogativi su questa situazione è ben accetta. Occorre
che l’opinione pubblica si renda conta che questo sistema
è ormai una emergenza sociale».