No alle ronde, si a maggiori risorse per le forze di polizia
8 Agosto 2009Marco Galli, segretario provinciale del Silp interviene sulla questione delle ronde.
“Le ronde non sono e non saranno mai un supporto all’attività delle forze di polizia- esordisce il sindacalista della polizia – . In qualunque forma, rappresenteranno un ulteriore problema, anche perché non potranno in alcun modo sopperire alla mancanza di operatori di polizia. In caso di necessità segnalata tramite telefonino o simili chi dovrà intervenire in loro supporto? Un problema in più per i lavoratori di polizia sarà proprio garantire l’incolumità dei “rondisti”. I politici, i sindaci, gli amministratori in generale facciano appello e si impegnino affinché il Governo assegni nuove risorse alle FF. di PP. in provincia. La sicurezza deve essere garantita dallo Stato, diversamente è una sconfitta, la palese confessione di non poter salvaguardare il diritto alla sicurezza dei cittadini . A Genova, proprio in questi giorni sta accadendo un fatto tragicomico, ovvero, dopo grandi proclami per l’assegnazione di alcuni alpini da utilizzare per il controllo del territorio, ora mancano gli operatori di polizia da affiancare a questi militari, visto che la Questura, ad esempio, ha il 35% in meno dell’organico previsto dal DM 16/03/89! E’ evidente che da qualche tempo si stia scherzando col fuoco, illudendo i cittadini che è possibile garantire la loro sicurezza con provvedimenti legislativi il cui reale scopo è solo quello di rassicurare e non creare sicurezza. Il problema concreto, invece, è controllare efficacemente il territorio attraverso le forze di polizia, come farebbe un paese democratico e civile. In tale contesto, pur non entrando nel merito dei dati riferiti dal Questore sul calo dei reati, non è condivisibile l’affermazione che le infiltrazioni della camorra siano state bloccate e tutti i tentativi di penetrare da parte della criminalità organizzata siano stati, negli ultimi tempi, scoperti. Forse è un sogno, ma non è assolutamente la realtà . Purtroppo, nonostante, lo ripeto, lo straordinario lavoro compiuto dalle FF. di PP., con organici ridotti all’osso, i segnali che giungono dal territorio sono oltremodo preoccupanti. Non è neppure vero che in passato non c’è stata attenzione nei confronti del fenomeno, poiché, l’attenzione è dipesa dai soggetti che via via hanno ricoperto i ruoli chiave nell’ambito della sicurezza pubblica e, tranne rare eccezioni, vedi l’istituzione della Sezione Criminalità organizzata distaccata a Cassino, i prefetti, i questori e anche i comandanti delle FF. di PP. militari, negli anni, hanno cercato di sminuire il peso della camorra in provincia. Anche ora dalla Prefettura si sparge negazionismo a piene mani, tanto che, pure ad iniziative pubbliche convocate sul tema, il massimo che si è riusciti a dire è stato che qualche tentativo c’è, ma è tutto sotto controllo. Rischio di diventare noioso ma allo stato la camorra è ben inserita nel circuito economico in provincia e, proprio per colpa di questo ostinato, infondato negazionismo, le risorse per combatterla stanno diminuendo ulteriormente. Lo ha detto la D.I.A. ai massimi livelli, quindi, non è una scoperta, anche se prima ancora lo avevano detto più volte magistrati di primo piano come il dr. DE FICCHY ed il dr. ARDITURO, che la criminalità mafiosa in Ciociaria è presente da anni e si è strutturata entrando nel tessuto economico attraverso le enormi risorse economiche di cui dispone, che le consentono di investire e di corrompere, alterando ogni forma di concorrenza. Adesso più di ieri servirebbero uomini e mezzi per tentare di arginarla così come servirebbero meno silenzi per non agevolarla”.