Inizia oggi, almeno in Italia e in alcuni altri paesi mediorientali, il Ramadan: il mese sacro ai musulmani. Un usanza religiosa con cui, anche l’ormai globalizzata Europa deve fare i conti. Come ogni grande evento religioso, di qualsiasi fede, i pellegrini affollano i luoghi sacri e in migliaia, oggi, si sono riversati nella moschea di Forte Antenne a Roma. Per la Tarahuia, la preghiera serale, sono previsti complessivamente circa 3.500 musulmani per la visita alla moschea. Il Ramadan, per la rigorosa osservanza del digiuno diurno che ostacola il lavoro e per il carattere festivo delle sue notti, costituisce un periodo eccezionale dell’anno: la sua sacralità è fondata sulla tradizione già fissata nel Corano, secondo cui in questo mese Maometto avrebbe ricevuto una rivelazione. In origine, il mese di Ramadan era, come il suo nome stesso (il ‘torrido’) mostra, un mese estivo; ma successivamente Maometto stesso adottò un calendario puramente lunare di dodici mesi che, perciò, cambia posizione anno per anno. Nel corso del mese di Ramadan infatti i musulmani praticanti debbono astenersi – dall’alba al tramonto – dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali. Chi è impossibilitato a digiunare (perché malato o in viaggio) può anche essere sollevato dal precetto, però, appena possibile, dovrà recuperare il mese di digiuno successivamente. Quando tramonta il sole il digiuno viene rotto. La tradizione vuole che si debba mangiare un dattero perché così faceva il Profeta. In alternativa si può bere un bicchiere d’acqua.
Dato che il calendario islamico è composto da 354 o 355 giorni (10 o 11 giorni in meno dell’anno solare), il mese di Ramadan di anno in anno cambia tutte le stagioni.