Ditta di autotrasporti evade sei milioni di euro d’IVA
6 Ottobre 2009Una maxi evasione fiscale di oltre sei milioni di euro è stata scoperta dalla guardia di finanza della provincia di Frosinone. I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, al comando del capitano Giovanni De Luca, coordinati direttamente dal colonnello Giancostabile Salato, hanno accertato, nel corso di un’articolata attività di verifica fiscale, che una società operante nel settore del trasporto di merci su strada aveva trovato il sistema per non pagare le imposte.
Nello specifico è stato scoperto che la S.p.A. verificata effettuava gli acquisti di carburante per autotrazione, pezzi di ricambio e materiale di consumo per il tramite di altre società (c.d. cartiere o missing trader) costituite allo scopo di interporsi con gli effettivi fornitori. Le predette società in forza di “dichiarazioni d’intento false†effettuavano acquisti senza applicazione dell’imposta sul valore aggiunto.
Nell’ambito di tale attività investigativa è stato individuato il frequente ricorso alle cosiddette “cartiere o missing traderâ€. Con tale termine si indicano imprese esistenti sotto il profilo formale ma non sotto il profilo sostanziale, in quanto, di fatto, non operanti nel mercato per assoluta mancanza della struttura operativa, idonee a produrre, fruire o prestare i relativi beni e servizi.
Tali imprese si presentano nell’ambito del sistema economico – finanziario come organizzazioni esclusivamente funzionali alle frodi fiscali, la cui attività consiste nell’emissione di fatture false per operazioni inesistenti, al fine di costituire costi fittizi ed I.V.A. “a monte†per le società reali destinatarie delle fatture stesse.
Ciò consente a queste ultime (definite broker) di potere collocare sul mercato prodotti a prezzi altamente competitivi praticando ricarichi di modesta entità , ovvero di utilizzare beni acquisiti a prezzi più vantaggiosi della concorrenza.
Il quadro probatorio offerto dalle risultanze investigative scaturenti dagli accertamenti fiscali esperiti, ha evidenziato una chiara dimostrazione della illecita attività a vantaggio della società sottoposta a verifica, costituente il broker del descritto sistema di frode carosello, ovvero il principale beneficiario dei proventi illeciti in danno dell’erario nazionale.
Il legale rappresentante della S.p.A. in parola è stato deferito all’Autorità Giudiziaria di Cassino per aver utilizzato, in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi della medesima società , fatture relative ad operazioni inesistenti di cui all’art. 2 del D.Lgs. n. 74/2000.
L’attività di carattere amministrativo è ancora in corso e, pertanto, non si esclude la possibilità che possano emergere ulteriori violazioni di carattere amministrativo e penale.