Da Benedetto Truppa, segretario Cgil, riceviamo e pubblichiamo.
“Oltre 6 milioni di ore di cigo nei primi 9 mesi nel territorio cassinate a fronte della circa 500 mila dello stesso periodo del 2008.
I settori più colpiti il metalmeccanico con circa 5.000.000 do ore, il settore dell’edilizia con circa 150.000 ore, i trasporto con 270.000, il cartaio con 160.000.
Nei primi 9 mesi al netto dei licenziati circa 3000, contratti a tempo determinato-contratti a progetto-stage formativi, il monte salari delle famiglie che ormai vivono da mesi quasi esclusivamente della CIGO hanno avuto una decurtazione di circa 30 milioni di euro, circa 4000 euro a famiglia.
Un vero e proprio dramma che si somma ai licenziati dei settori privati in crisi, si pensi al commercio ed al terziario in genere, e agli esuberi diretti ed indiretti del settore pubblico, precari, sanità pubblica, sanità privata ed i tagli al personale docente ed ata nelle scuole.
Un dato per tutti, che evidenzia il forte disagio economico, sono le circa 5000 domande presentate nel distretto socio-sanitario D per il reddito minimo garantito. Altra testimonianza il peregrinare nelle sedi sindacali e presso la caritas di centinaia di persone che non hanno più di che campare e chiedono invano lavoro e mera assistenza, non riuscendo più non solo a pagare la luce o l’affitto, ma essendo ormai fortemente in sofferenza anche per garantirsi un pasto quotidiano.
Questo scenario è solo l’inizio, e non vogliamo essere catastrofisti se prefiguriamo l’evolversi di un dramma economico che tra qualche mese si trasformerà in vera e propria emergenza sociale.
Bisogna immediatamente dare garanzie, occupazionali, attraverso il raddoppio della cigo ed i finanziamenti, arrivati solo molto parzialmente, degli ammortizzatori straordinari in deroga. Bisogna sostenere la domanda dei consumi, attraverso la defiscalizzazione di salari e pensioni, il 75% della domanda viene da queste persone, attraverso una vera e propria progressività del sistema fiscale, lotta agli evasori ed al lavoro nero.
Una politica industriale che, nel sostenere il nostro settore manifatturiero, inizi ad essere incentrata su produzioni ad alto valore aggiunto e solo se si avvia un processo d questo tipo si potrebbe giustificare una richiesta dell’area di crisi così come prevede la legge n° 99\09. A questa grave situazione, si riscontra una risposta palesemente insufficiente del Governo che ha attivato, in forte ritardo, forme di assistenza minimali, che non danno alcun sostegno reale e scarica i costi della crisi sui lavoratori, sui pensionati, sulle famiglie.
La CGIL fortemente contrariata dalla politica di questo governo, solo mediatica ed inconcludente, esempio: si pensa a costruire il ponte sullo stretto di Messina, quando in questo paese crollano frazioni, case e scuole con centinaia di morti, inizierà nei prossimi giorni una campagna sul territorio per informare i lavoratori ed i pensionati per preparare una grande manifestazione a Roma il 14 novembre”.