Il Gruppo della Guardia di Finanza di Aversa ha portato a termine una articolata indagine che ha permesso di smantellare un’organizzazione criminale dedita alla ricettazione ed al riciclaggio di autovetture.
L’operazione, denominata “OUT IN SIXTY SECONDSâ€, nome derivato dalla tempestività con cui venivano rubate le auto, ha preso avvio nell’ottobre del 2008 sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
Le indagini sono scaturite da un controllo operato da una pattuglia dei Baschi Verdi della Guardia di Finanza di Aversa che, a seguito di un sequestro di un automezzo risultato rubato, ha ricostruito l’attività criminale posta in essere dal sodalizio, risalendo all’individuazione ed al sequestro di altre autovetture oggetto di furto.
A capo dell’organizzazione risultavano due titolari di concessionarie di auto, V.V. di anni 31, con attività di vendita automezzi in Aversa e A.P., di anni 47, proprietario di una rivendita di auto sita in Torino.
Il disegno criminoso consisteva nell’acquisizione, in maniera del tutto casuale, dei numeri di targa di autovetture dello stesso tipo e modello di quelle oggetto di furto. Successivamente, i responsabili dell’attività illecita procedevano ad effettuare delle visure al P.R.A. per individuare le generalità dei legittimi proprietari e i dati tecnici delle autovetture da “clonareâ€. Venivano poi contraffatte le targhe, ribattuti i numeri di telaio delle auto rubate e venivano redatte false denunce di smarrimento a nome dei legittimi proprietari delle autovetture, presentandosi anche presso i locali Comandi di Polizia con documenti fasulli. Gli stessi documenti venivano utilizzati anche per richiedere all’A.C.I. di Caserta i duplicati dei certificati di proprietà .
Una volta ottenuti i documenti dei veicoli, il V.V. redigeva falsamente la trascrizione degli atti di vendita dei mezzi clonati, trasferendo la proprietà degli stessi al complice A.P., foggiano domiciliato a Torino ove gestisce una concessionaria, con l’emissione di false fatture.
Le autovetture clonate, apparentemente di proprietà di A.P., venivano quindi vendute da quest’ultimo ad un prezzo inferiore rispetto alle quotazioni ufficiali delle auto usate, a terze persone ignare della truffa.