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Marjiuana fai da te, 36 enne in manette

Continua senza sosta l’attività di prevenzione e repressione finalizzata al contrasto di reati in materia di stupefacenti. Nella mattinata di ieri 3 novembre 2009, i Carabinieri della Stazione di Mosciano Sant’Angelo, agli ordini del Maresciallo Aiutante Paolo GENTILE, hanno portato a termine una importantissima operazione di servizio. Nel corso di articolata attività info-investigativa posta in essere dai militari a seguito di un insolito aumento della disponibilità di “marijuana” in circolazione, venivano acquisite importanti informazioni che riconducevano alla coltivazione e produzione di tale sostanza all’interno di un’abitazione ubicata nella periferia di Mosciano. Avuta la certezza del luogo preciso ove avveniva la produzione dello stupefacente, i militari, alle prime ore dell’alba di ieri decidevano di fare irruzione nell’abitazione di COSENZA Alessandro, 36enne del luogo, operaio, incensurato. All’interno dell’appartamento venivano rinvenuti diversi recipienti in vetro contenente ciuffi di marijuana essiccata, uno scatolo di fertilizzante naturale del peso di Kg.1 (usato per l’accellerazione della fioritura). A seguito dell’insolito rinvenimento, la perquisizione veniva estesa a tutti i locali annessi all’abitazione e, nella circostanza, all’interno del garage (attiguo all’abitazione stessa al quale si accedeva da una porta interna) i militari facevano una scoperta inaspettata e “stupefacente”. Il locale, debitamente “vigilato” da un grosso pastore tedesco, era un vero e proprio “laboratorio artigianale” con attività di coltivazione e produzione di piante di marijuana. Nel dettaglio, venivano rinvenute due cabine in truciolato, una della grandezza di 1 mt. x 1 mt e l’altra di 2 mt. x 1 mt..
La prima, denominata “CABINA VEGETATIVA”, completa di ventilatore, lampada alogena, temporizzatore, umidificatore e diffusore di anidride carbonica (CO2) collegato ad una bombola esterna, era deputata alla “clonazione” di piante di marijuana, contenente 3 vasi con altrettante piante “madri” (dell’altezza di circa 50 cm.), dalle quali venivano prelevate le rispettive “cime” che dopo essere state bagnate con un prodotto specifico gelatinoso chiamato “clonex”, venivano inserite in cubetti di lana di roccia e quando si sviluppavano le radici venivano piantate in vasi di terra, rimanendo sempre all’interno della cabina vegetativa, fino al raggiungimento di un’altezza di 20 cm. All’interno della cabina stessa, venivano rinvenute complessivamente 31 piante in diverse fasi di crescita. Sulla base della cabina, era stato creato un essiccatoio sulle quali poggiavano 20 cime di marijuana di varia lunghezza (del peso complessivo 240 grammi).
La seconda cabina, denominata CABINA FIORITURA, completa di ventilatore, lampada alogena, termometro per il controllo della temperatura e dell’umidità, temporizzatore, umidificatore e diffusore di anidride carbonica (CO2) collegato ad una bombola esterna, era deputata alla “crescita” della piante precedentemente sviluppatesi nella cabina VEGETATIVA. All’interno, complessivamente venivano rinvenute 20 piante dell’altezza compresa tra i 40 e 70 cm.
Le piante, una volta raggiunta la prescritta lunghezza, veniva tagliate, poste in essiccazione e successivamente setacciate , con le foglie che venivano conservate in appositi barattoli di vetro, per la conseguente vendita.
Ad ogni pianta madre era stato dato un nome diverso ovvero “G13H”, “N.SHADE” e “DIESEL”, relative a tre differenti qualità di marijuana.
Complessivamente i militari rinvenivano e sequestravano 66 piante di marijuana di varia grandezza e un sacco contenente 4 Kg. circa di foglie secche di marijuana.
Nel corso della perquisizione venivano rinvenute anche diverse riviste specifiche per la coltivazione e produzione di piante di marijuana, che il Cadenza consultava e studiava per affinare le sue conoscenze nello specifico settore, diventando, nel tempo, un coltivatore autodidatta specializzato in questo particolare tipo di “coltura biologica”.
Tutto il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro, mentre il COSENZA è stato tratto in arresto con l’accusa di coltivazione, produzione e detenzione al fine di spaccio di stupefacenti e, dopo le formalità di rito, è stato associato alla Casa Circondariale di Teramo, in attesa dell’udienza di convalida.

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