Una sentenza destinata a fare giurisprudenza è stata emessa oggi dal tribunale del lavoro di Cassino. Si tratta di un caso di mobilità collettivo attuato da un ente pubblico. Sono solo tre i casi del genere in Italia e la decisione del tribunaole della città martire era molto atteso. Il giudice ha dato ragione ad alcuni lavoratori messi in mobilità dal comune di Pignataro Interamna (Fr). Il 5 novembre 2007, undici persone sono state collocate nelle liste di mobilità perché il Comune, in dissesto economico, ha dovuto tagliare l’organico. Un provvedimento sostanzialmente leggittimo ma effettuato senza i dovuti criteri, o almeno così sostenevano i lavoratori cha hanno impugnato quel privvedimento. Si tratta per lo più di assistenti sociali e altri dipendenti tra cui un vigile urbano. I loro avvocati e i sindacati avevano più volte tentato di sensibilizzare l’amministrazione comunale di Pignataro sostenendo che per una apertura di mobilità era necessaria una concertazione sindacale. Richieste inascoltate per cui, i lavoratori, assistiti dall’avvocato Renato Ciamarra del foro di Cassino, hanno impugnato il provvedimento arrivando alla sentenza di oggi che riguarda, però, solamente un assistente sociale e il vigile urbano. Il giudice ha accolto il loro ricorso sostenendo appunto la cecessità della concertazione con i sindacati ed ha condannato l’amministrazione comunale a integrare il 20% dello stipendio che manca allo stipendio della mobilità , inoltre al pagamento dei contributi previdenziali come se il personale avesse lavorato ininterrottamente e, ovviamente, al pagamento delle spese processuali.
Ermanno Amedei