Da Marco Galli, Segretario Generale Provinciale del sindacato di polizia Silp Cgil, riceviamo e pubblichiamo: “Ancora due boss mafiosi arrestati; Gianni Nicchi e Gaetano Fidanzati. Altri due colpi straordinari messi a segno dalle forze di polizia e dalla magistratura, nonostante l’evidente disimpegno del Governo nella lotta alla criminalità . Attribuire tali risultati a chi ora guida il Paese è superficiale e pericoloso, poiché allontana la realtà insostenibile che si trovano ad affrontare, sia i lavoratori di tutte le polizie sia i magistrati. Oltre alla mancanza di risorse ed alla assurda pretesa di trasformare la sicurezza degli italiani in un mostruoso ed insensato fai da te, le normative, che nel corso di questi mesi si sono succedute, stanno a dimostrare una volontà tutt’altro che inesorabile contro la criminalità . Lo scudo fiscale, su tutto, e poi l’attacco alla legge sull’uso sociale dei beni confiscati, che surrettiziamente, si vorrebbero restituire agli stessi mafiosi, e prima ancora la sequela di leggi a personam che hanno indebolito, di fatto, la risposta dello Stato al crimine, attestano che questi straordinari risultati nella lotta alla mafia sono esclusivamente il frutto dell’impegno eccezionale, nell’arco anche di diversi anni, degli operatori di polizia e dei magistrati che hanno creduto e credono nella lotta alla criminalità organizzata. Porre in relazione gli arresti compiuti, dopo mesi e magari anni di sacrifici, da lavoratori di polizia cui non viene neppure garantito il pagamento degli straordinari, delle indennità ed a cui sono proposti miseri aumenti stipendiali, per i quali sono costretti a scendere in piazza per difendere la loro dignità e professionalità , alla politica antimafia del Governo ci sembra davvero una boutade. Non ci sono i soldi per il carburante, per la manutenzione dei mezzi, si rischia la chiusura di uffici di polizia per la mancanza di fondi e poi si ha il coraggio di parlare di politica del Governo finalizzata alla lotta alla criminalità ? Basta, la demagogia sta facendo male al Paese, confonde le idee, mentre ci sarebbe bisogno di chiarezza. Se davvero si vuole dare un segnale i partiti comincino ad espellere almeno i politici condannati per i reati gravi, invitino gli indagati a dimettersi da parlamentari, dicano parole chiare in favore della legalità , sulla necessità che questo Paese ponga al centro politiche trasparenti, che garantiscano un futuro di serenità . Non è concepibile raccontare storielle quando la realtà dice cose diverse. Volendo parlare di cose vicine a noi è sufficiente vedere come sono costretti ad operare gli uffici investigativi in Ciociaria, pochi uomini, pochi mezzi, dotazioni inadeguate, risorse economiche insufficienti a pagare il lavoro straordinario ed altre indennità . Non solo, perché ancora più grave è il reiterato atteggiamento negazionista dei rappresentanti delle istituzioni e l’assenza di una strategia complessiva per contrastare le organizzazioni mafiose che stanno divorando la provincia con la forza del danaro. Se davvero questo Governo vuole dimostrare di operare contro la criminalità , cominci a potenziare l’apparato investigativo; proponga e si batta per l’approvazioni di leggi serie che non favoriscano i capitali criminali, l’evasione, la corruzione. Approvi uno scudo, non fiscale, ma che protegga questo Paese dalla prepotenza e violenza della mafia. Se così non sarà , per favore lasci in pace chi, nonostante tutto, si sacrifica per impedire che l’Italia diventi limpero delle mafieâ€.
Marco Galli, Segretario Generale Provinciale del Silp Cgil