Campi rom, i vescovi si scagliano contro il no del consiglio comunale
4 Dicembre 2009Dura presa di posizione dei vescovi delle provincia di Frosinone che esprimono sconcerto per l’ordine del giorno del consiglio comunale di Cassino (Fr) con cui si dice no all’ipotesi di una creazione di un campo rom nel cassinate.
“Noi Vescovi e Ordinari diocesani delle quattro diocesi della provincia di Frosinone – dichiarano i quattro vescovi in un documento congiunto – venuti a conoscenza dell’Ordine del giorno del Consiglio Comunale di Cassino del 27 novembre u.s. relativo ad una ipotesi di insediamento a Cassino e nel Cassinate di persone di etnia Rom, esprimiamo tutto il nostro sconcerto.
Nel documento del Consiglio Comunale ci si basa su “notizie circolanti†e non su delibere o proposte di organi istituzionali.
Si ammette che “non è mai emersa l’ipotesi di un progetto di insediamento nel nostro territorioâ€, ma si decide ugualmente.
Si parla di consapevolezza dell’“effetto destabilizzante†e delle “forti tensioni sociali†che conseguirebbero all’ipotesi di insediamenti Rom, cosa tutta da dimostrare.
Si fonda la decisione su “risultanze di un recente studio socio-economico†studio non citato, quindi assolutamente non identificabile e di dubbia affidabilità .
Infine si conclude dicendo che: “Il Consiglio Comunale esprime all’unanimità , la totale contrarietà ad ogni progetto di integrazione di cittadini di etnia ROM provenienti da campi insediati altrove ed in via di smantellamentoâ€. La motivazione profonda, in verità , non è “l’impossibilità e difficoltà â€, ma – ed è inquietante! – una decisione preliminare, espressa nel dubbio di una notizia, di respingere qualsiasi progetto di integrazione di cittadini di etnia Rom. Siamo consapevoli delle difficoltà del nostro territorio dovute alla crisi economica e occupazionale, che grava su molte famiglie e per cui la Chiesa si sta impegnando con quello che riesce a fare. Tuttavia questa presa di posizione contraddice l’animo profondo dei nostri concittadini, che è segnato da un senso di simpatia e di accoglienza dovuto anche ai tanti migranti che il nostro territorio in tempi ancor più difficili ha sparso per il mondo.
Questo atteggiamento, quindi, confligge fortemente con quello che dovrebbe essere il modo di rapportarsi di una società dalle forti radici cristiane come si dice quella che insiste nel territorio della nostra Provincia e in particolare per quella cresciuta alla scuola di San Benedetto, patrono di Europa e maestro di integrazione etnica, visto che prevedeva, già nel VI sec., l’accoglienza nella comunità di romani o barbari. La capacità di accoglienza e di solidarietà sono la cartina di tornasole di una comunità cristiana ma anche semplicemente civile. Il Santo Padre Benedetto XVI nell’enciclica “Caritas in veritate†ribadisce che “Il migrante è una persona umana con diritti fondamentali inalienabili da rispettare sempre e da tutti†(cfr n. 62) e nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ricorda che “Gesù stesso da bambino ha vissuto l’esperienza del migrante perché, come narra il Vangelo, per sfuggire alle minacce di Erode dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe e Maria†(cfr Mt 2,14).
Pertanto invitiamo l’Assise civica e la Consulta dei Sindaci del Lazio Meridionale a ripensare responsabilmente l’intera questione alla luce di una visione più umana e più cristiana: non è l’esclusione che migliora una società ma l’integrazione, l’accettare l’inevitabile odierna sfida sociale della multietnicità , cercando soluzioni giuste e solidali.
Risuonino nel cuore di tutti noi le parole di Gesù: “Ero forestiero e mi avete ospitato” (Mt 25,35)”.
+ Pietro Vittorelli, Abate e Ordinario di Montecassino
+ Ambrogio Spreafico, Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino
+ Lorenzo Loppa, Vescovo di Anagni-Alatri
+ Filippo Iannone, Vescovo di Sora-Aquino-Pontecorvo
Questa provincia ha già molti problemi non credo sia possibile ‘ospitare’ anche insediamenti rom, con i pericoli che ciò comporta per l’intera comunità . Siamo già in baia delle infiltrazioni camorristiche, se i vescovi si ritengono così sensibili all’insediamento dei rom, li portassero al Vaticano o nei territori di loro proprietà !!