Perché quando eravamo piccoli, ci dicevano che Babbo Natale veniva giù dal camino e noi il camino non ce l’avevamo?
Questa ed altre sono le tante domande che popolano i famosi forum e social network, luoghi di incontro virtuali, dove scambiarsi idee, chiedere, rispondere, sfogarsi. Luoghi per chattare e per condividere, luoghi dove ci si incontra e ci si scambiano pareri, dove si iniziano discussioni, dove si può chiedere e dire ciò che nella vita di tutti i giorni non si osa fare. Domande e risposte forse assurde, stravaganti, ma simpatiche, quante ingenue, in quanto su internet ogni cosa è lecita.
Qui non ti conosce nessuno, ma il tuo avatar è già un successo. Non come nel film di James Cameron ma hai già a disposizione un’ampia gamma per personalizzare la tua immagine virtuale scegliendo il colore dei capelli, quello degli occhi e della propria carnagione, fino a sbizzarrirsi con vestiti, accessori vari, gioielli, firme, distintivi, cappelli, e molto altro ancora (cappuccio rosso per Natale incluso)
Iscriversi è facile, basta un nick, un nome d’arte, un po’ di fantasia, una password da ricordare e il gioco è fatto; entri e partecipi!
Nessuno sa chi sei, ma già dopo 10 minuti conosci un po’ di gente e ti fai un nome, una fama, inizi a raccontare un po’ di te, scrivi in questi spazi, ponendo domande, rispondendo a quelle altrui o partecipando alle tante discussioni nella rete, e comunque ci sei già dentro e dopo poco, tutti sanno chi sei o forse chi vuoi apparire di essere.
C’è chi sceglie di essere sé e dice tutto ciò che ha da dire, compresi i propri segreti più intimi.
C’è chi invece preferisce recitare la parte del duro o di colui che la sa tutta, ma dopo poco si riscrive con un altro “nomeâ€, per chiedere ciò che con il proprio nick iniziale non osa già più chiedere.
Strano ma ci si cala nel personaggio e ciò che all’inizio sembrava semplice e anonimo non lo è più dopo un po’.
Dietro a domande azzardate, humor e battute quasi provocatorie si celano migliaia di ragazzi e ragazze che il coraggio cercano di tirarlo fuori come possono, ragazzi che vogliono sapere, che si interrogano, che chiedono, che si fanno domande sulla vita, sul sesso, su ciò che mangiano, su come si comportano, giovani e meno giovani che chiedono consigli anche sul da farsi riguardo a una telefonata o meno, sul come fare con il proprio lui e cosa dire alla propria lei. Molte le domande sul lavoro, sul guadagno, ma anche sulle auto, sul libro da leggere o quelle di aiuto per svolgere un compito di mate, una traduzione di latino o per cucinare un pasto veloce, saporito e leggero elencando gli ingredienti che si ha in casa. Così entri nella sfera altrui, si diventa amici “virtuali†e alcune volte pure sul serio, ci si saluta la sera con un “buonanotte “ scritto per tutti e un buongiorno la mattina seguente, si rafforza il senso di appartenenza al gruppo ma chiuso lo schermo ci si ritrova a fare i conti con la vita e con le persone magari a te più care ma con cui forse la confidenza e la disinibizione che la rete e l’anonimato riesce a tirarti fuori, vanno scemando.
Vi è poi una particolare categoria di domande, ricorrente e sempre di moda e sono quelle amletiane, su di sé, sul proprio modo di pensare, misteri a cui non si sa rispondere, dilemmi a cui seguono le più svariate risposte o meglio correnti di pensiero. Un bello specchio della gioventù attuale, ma che non risparmia nessuna età , over 50 compresi, e minorenni inclusi.
Sono le domande di sempre, i dubbi di tutti, ma allora cos’è cambiato?
E’ cambiato il modo di farle, ed è cambiato anche il sistema, non è un fattore di per sé negativo ma può diventarlo se l’unica forma di comunicazione rimane la scelta del network.
Scegliere di confidarsi solo agli amici virtuali e attraverso il filtro avatar-anonimato rischia di rafforzare inconsapevolmente le nostre paure quotidiane, impedendone lo scioglimento.
Ma la domanda resta una: perché porre domande, per lo più personali ad altri utenti, più o meno “conosciuti� Sarà che al di là delle presunte frontiere nord-sud, Italia-Spagna o G.B, ci stiamo scoprendo meno estranei gli uno agli altri? Cosa ci danno questi salotti virtuali, che amici, famigliari e lavoro non riescono a trasmetterci?
Visto il crescente successo di tali spazi, vien da chiederlo a giovani e meno giovani che li popolano,… e chissà che la risposta non arrivi proprio da qualche utente on line.
Elsa Emilienne Anne Niola