La Fillea Cgil aderisce a “Siamo uomini o caporali”
29 Gennaio 2010La FILLEA CGIL di Frosinone aderisce alla campagna “siamo uomini o caporali†lanciata dalla FILLEA Nazionale, un’iniziativa che ha come obiettivo quello di far approvare dal Parlamento una legge che inserisca nel codice penale italiano l’equiparazione del reato di caporalato a quello della tratta di essere umani.
“Negli ultimi anni – si legge in una nota firmata da Benedetto Truppa, segretario provinciale della Cgil – il fenomeno del caporalato anche nella nostra Provincia nel settore dell’edilizia è presente. In molti cantieri abbiamo squadre di lavoratori prevalentemente rumeni che a cottimo hanno la gestione in monopolio in diverse specializzazioni, carpentieri- mattonatori- ferraioli. La paga giornaliera varia dai 30 ai 60 euro, con prestazioni di 10 ore di lavoro al giorno.
E’ da molto tempo che la FILLEA, a tutti i livelli istituzionali, chiede un intervento per porre fine a questo mercato delle braccia, per riaffermare la legalità in un settore quello delle costruzioni, dove è sempre più forte la presenza del lavoro nero. In Provincia di Frosinone oltre il 30% dei lavori edili, prevalentemente negli appalti privati, sono eseguiti da lavoratori a nero o irregolari.
Il sindacato degli edili ha lanciato il grido dall’allarme sugli effetti dirompenti che la crisi economica sta avendo sul mercato del lavoro delle costruzioni, caratterizzato da un enorme frammentazione d’impresa, dalla presenza di forti interessi della criminalità organizzata sul sistema degli appalti, dalla riduzione del finanziamento per le opere pubbliche, al persistere del sistema d’aste al massimo ribasso.
Questo produce una miscela esplosiva con effetti devastanti a catena: sempre più imprese ricorrono la lavoro nero o grigio, sempre più imprese per sopravvivere debbono scendere a patti con chi gestisce gli appalti con ribassi anche del 50%,il dumping sociale realizzato dalle imprese illegali estromette da subito le aziende sane dal mercato.
Gli effetti di questa situazione ricadono tutti sulle spalle dei lavoratori migranti, più sfruttamento, senza diritti, senza sicurezza nei cantieri. Con la crisi ed in assenza di un ruolo forte dello stato nel regolare il mercato e nei controlli ispettivi, il caporalato e lo sfruttamento della manodopera, soprattutto quella più ricattabile e debole, cioè i migranti si diffonde a macchia d’olio in tutto il territorio.
Occorre intervenire immediatamente per fermare questa deriva di illegalità che si sta insinuando pesamene nel tessuto economico, il decreto legislativo n°251/2004 prevede per i caporali una multa di 50 euro e nessun reato penale.
E’ una vergogna cui va posto immediatamente fine. I caporali sono criminali e come tale debbono essere perseguitati!
Per questo la FILLEA chiede alle forze politiche presenti in Parlamento di equiparare il reato di caporalato al reato di traffico di essere umano, perseguendolo quindi penalmente.
Esistono proposte di legge che vanno in questa direzione, chiediamo che il Parlamento inserisca nel proprio calendario la discussione di quelle proposte al più presto, e chiediamo al Presidente della Repubblica ed al Presidente delle Camere di intervenire per sollecitare il Parlamento a dare priorità a questo provvedimento”.