Un canale umano che portava cocaina proprio all’interno del carcere di Frosinone. Un gruppo di Albanesi, ben 11 secondo gli investigatori della squadra mobile diretta dal vice questore Carlo Bianchi, procurava la droga a Roma e la spacciava tra Fiuggi, Alatri e Frosinone. Tra i loro acquirenti c’erano anche tre agenti della polizia penitenziaria che rivendevano quelle dosi, ovviamente ad un prezzo maggiorato, ai detenuti che sorvegliavano, ma non solo, fornivano loro anche telefonini cellulari. L’indagine svolta congiuntamente dagli agenti del Mobile e da quelli della Pinitenziaria sono inizate ben 2 anni fa quando un detenuito è stato trovato in possesso di un telefonino. Ci volle poco per risalire al guardia carceri che glielo aveva venduto, ed anche ad altri suioi due colleghi che, oltre a favori di ogni genere, vendevano cocaina tra le sbarre. Gli investigatori hanno anche lavorato fuorim dal carcere individuando la rete di spaccio costituita dal gruppo di albanesi residenti in comuni della zona. Questa mattina sono scattate le manette per 12 persone su ordine del gip del tribunale di Frosinone. Ben 9 indagati, tra cui due agenti della penitenziaria, sono strati tradotti in carcere e 3, due albanesi ed un agente, ai domiciliari. Per il gruppo di albanesi si è ipotizzato il reato di associazione a delinquere finalizzato allo spaccio della droga, per i tre agenti, invece, oltre allo spaccio di droga, è stato contestato loro anche la corruzione.
Una organizzazione, quella degli albanesi, certamente ben strutturata e senza scrupoli dato che dalle indagini è anche emerso il “capobandaâ€, non esitava ad adoperare il figlio 14enne come corriere, mettendogli centinaia di grammi di cocaina negli slip. Pare che riuscissero a smerciare oltre 200 grammi di polvere bianca ogni settimana.