“Sono sei anni che abbiamo adottato il sistema che fornisce i nostri concittadini di carta di identità elettronica e un fatto del genere non è mai capitato”. E’ quanto sostengono dall’anagrafe del comune di Fossacesia (Ch), l’ufficio che nel 2008 ha rilasciato il documento di riconoscimento a Emilio M., il giovane (Leggi la sua storia) fermato in aeroporto in Belgio e trattato come un malvivente perché il suo documento è stato ritenuto falso. Il giovane, dopo un interrogatorio durato diverse ore, perquisito e fotosegnalato, dopo aver visto il suo documento tagliato in due, è stato rispedito in Italia. Fossacesia è, in Abruzzo, uno dei due comuni che rilascia il documento elettronico; l’altro è Pescara e in tutta Italia sono un centinaio i comuni che hanno abbandonato il cartaceo. Non è ben chiaro di chi sia la colpa per l’accaduto. All’anagrafe di Fossacesia, quel giorno, sono rimasti al lavoro fino a sera per dare assistenza all’ambasciata italiana perché certificasse la bontà dell’identità di Emilio. Ciò nonostante il ragazzo è stato rimpatriato e senza nenache una scusa. Intanto i fuinzionari del settore hanno chiesto informazioni al Ministero ma pare che, secondo una non confermata versione giunta direttamente dal Belgio, il problema era riconducibile al materiale di cui era composto il documento. Le tessere della carta di identità elettronica, così come le schede cartacea, arrivano ai comuni direttamente dalla Poligrafica dello Stato. A Fossacesia, quindi si attende che il Ministero dia una spiegazione per quanto avvenuto.
Ermanno Amedei