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Carpe diem, riflessioni sulla vita

Quanti anni ho? Mi sono svegliata con questa domanda in testa. Poi ricordandomelo, mi sono chiesta, “Quanto tempo ho?” è una cosa diversa; “quanto tempo mi rimane…quanto tempo ci rimane?” A questa domanda non c’è risposta, o almeno non esiste una risposta certa. Penso che tutti prima o poi se la pongano e inizino a riflettere sulla propria vita, sui frutti dati e le occasioni mancate. E’ come un fantasticare misto a rimorsi e rimpianti, pieno di sogni, idee, saggezza. Vorrei fosse così per tutti, eppure so che in questo mondo esistono lacrime amare, vite disperate, gente che si affanna per trovare un pezzo di pane e una capanna dove ripararsi quando la sera verrà buio. E in Italia? Gli immigrati si nascondono o scappano, i malati guardano il soffitto sdraiati nel letto di un ospedale e lì riflettono su tutto il loro passato, i ricchi comprano tutto ciò che possono finché si domandano cosa resti loro da acquistare, i poveri si dannano sul lavoro, quando hanno la fortuna di averne uno, i politici non sono mai d’accordo su nulla, e alla fine ci ritroviamo tutti allo stesso punto, tutti sullo stesso livello, di fronte allo stesso interrogativo: “quanto tempo mi rimane?”. Lì nessuno è diverso, nessuno è straniero, italiano, povero, ricco, giovane, anziano, malato, sano, politico, attore o spettatore. Ho parlato di questo con mia nonna, il mio angelo custode (di notte, nel mio sogno), eterna consigliera, una persona speciale, magnifica creatura, bella dentro e fuori, interessante, con una mente sempre viva, più della mia, io che dimentico sempre tutto e mi sembra di vivere in un limbo di idee che fluttuano nello spazio in cui devo arraffarle al meglio per non farmele sfuggire… Le mie idee sono farfalle, io corro loro dietro col retino per cercare di non farmele sfuggire, vivo in un tripudio di fogli volanti, agende, appunti scritti qua e là, promemoria che spuntano da sotto immense pile di libri… che fatica! Per ora riesco a tenere sotto controllo la situazione, ma certe volte mi assale l’ansia: e se dimenticassi quella domanda, quella importante? Se dimenticassi che sto vivendo…che sono viva…ora…dopo non so. Ora devo e posso dare il meglio a me e a chi mi sta vicino, a chi ne ha bisogno, a chi me lo chiede e a chi ancora mi ignora. Lei, la mia nonna materna, mi ha ammesso di aver avuto una vita intensa ed appagante, ma ora di essersi giustamente messa a riposo da tutto: ora nel cielo, si prende il suo tempo, com’è giusto per una persona che ha vissuto intensamente per così tanti anni e che ha visto e fatto tante cose. Io devo mettermi in lista d’attesa, non è il mio turno di riappropriarmi del mio tempo: “Tu sei così giovane, hai così tanto tempo davanti a te!” mi ha sussurrato questa notte, ma attenta che passa in fretta”; me lo dice anche la mia mamma, saggia e forte donna, maestra di vita: ”sfruttalo al meglio ora”, mentre mio padre nel silenzio più eloquente conferma col solo segno di approvazione, tipico dei detentori di verità in quanto non pretesa per superbia, ma conosciuta per esperienza. Spero solo, se mai avrò l’occasione di riprendere possesso del mio tempo, di avere ancora tante farfalle colorate nella testa da rincorrere. Per ora un ringraziamento particolare lo devo ai miei genitori, che ogni giorno su questa terra mi accompagnano nella battaglia più ardua che ogni uomo può mai affrontare: la vita.
Elsa Emilienne Anne Niola

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