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Prigioniero di un documento troppo innovativo. Lo fermano i Belgio e lo scambiano per un criminale

Il giorno 14/01/2010 sono partito dall’aereoporto di Roma Fiumicino per recarmi a leeds in Gran Bretagna per un corso di inglese di durata di circa 2 mesi. Il volo prevedeva uno scalo che in questo caso sarebbe stato all’aeroporto di brussell Zaventem. Una volta arrivato all’aereoporto con circa un’ora di ritardo dovuto alle condizioni metereologiche, ho capito che la mia coincidenza con l’altra compagnia aerea che mi avrebbe portato a Leeds era ormai persa così ho dovuto aspettare alcune ore in aereoporto. Giunta l’ora del nuovo imbarco mi sono recato al controllo di dogana superato il quale sarei salito finalmente sul volo. Al controllo ho esibito il mio biglietto e il mio documento valido l’espatrio. Questo documento è la nuova carta di identità elettronica rilascitami qualche mese prima dal comune di Fossacesia in provincia di Chieti. Al controllo dopo diversi tentativi effettuati dall’addetto mi hanno invitato dentro gli uffici della polizia aereoportuale e mi hanno fatto attendere senza alcuna spiegazione. A quel punto ho chiamato i miei familiari per far cercare il numero di telefono del consolato italiano a Bruxell. Ho quindi chiamato il console che mi ha detto di aspettare e attendere le motivazioni. Nel frattempo ho perso anche il secondo volo e ma senza che nessuno mi dicesse cosa stava accadendo. Dopo un paio di ore circa mi hanno spostato dentro un ufficio dove vi erano diversi agenti. In un primo momento mi hanno perquisito da cima a fondo facendomi anche spogliare, dopo mi hanno portato dentro un altro ufficio dove mi hanno preso le impronte digitali e mi hanno scattato delle foto segnaletiche. Al quel punto, alla rabbia per il ritardo, è subentrata la preoccupazione per ciò che poteva essere accaduto e nessuno mi dava spiegazioni. Io parlavo un inglese scolastico (non buono per dire la verità) mentre non riuscivo a capire che lingua parlassero loro, scoprendo poi che la loro prima lingua fosse un Fiammingo (credo che si scriva cosi). Successivamente sono riuscito a capire che il mio documento, la nuova carta di identità rilasciata dal comune di Fossacesia, secondo loro, fosse falsa e quindi ero sospettato di produrre documenti falsi e, di conseguenza, di essere un soggetto a rischio per la sicurezza. Hanno continuato a farmi domande che non capivo io rispondevo che non sapevo che quel documento fosse falso. Nel frattempo il console italiano in Belgio mi chiamava ma non potevo rispondere perchè il mio teefonol era sequestrato dagli agenti. Mi avevano sequestrato tutto quello che avevo. Mi hanno fatto capire che la carta era falsa e, in seguito me l’hanno anche strappata per effettuare ulteriori controlli. A quel punto ero seriamente preoccupato. Dopo 3 ore circa di interrogatorio senza esito perchè non capivo e non mi capivano, si sono decisi a farmi chiamare il consolato che nel frattempo aveva fatto svariate chiamate. Alchè il console non so con che lingua si è fatto chiarire la situazione, ha chiamato il Comune di Fossacesia i quali gli hanno spedito tutti i documenti relativi alla mia cittadinaza e residenza. Altri controlli invece sono scattati tra la polizia belga e la polizia di Stato italiana accertandosi della mia nazionalità e se avessi precedenti penali. A quel punto si sono decisi a lasciarmi andare costringendomi a tornare in italia. Ho parlato con il console spiegandogli che dovevo continuare il viaggio perche iniziava il corso a cui ero iscritto, perchè avevo l’hotel pagato per 3 notti, perchè avevo già fatto il biglietto e non potevo assolutamente tornare in italia. Intanto la Polizia mi aveva rilascito con il mio documento strappato e non potevo comunque stare in giro con la mia carta di identità manomessa. Chiesi al console di farmi continuare il viaggio e di rifarmi la mia carta di identità. Ma il tutto fu immediatamente negato. Cosi sono stato costretto a ritornare in Italia per rifarmi il documento e il passaporto perdendo tutto quello che mi ero accuratamente preparato.
Non so di chi è la responsabilità di tutto questo anche perchè il console mi diceva che era il comune a rispondere di questa situazione. Al Comune mi hanno detto che quel tipo di carte gli erano state inviate dal Ministero e che quindi fossero regolarmente valide. Dopo un paio di giorni il Cumune ha ricevuto un messaggio di posta elettronica dalla polizia di Stato sul quale è stata confermata la regolarità della carta. E’ un caso strano che tutt’ora non riesco a capire. Ho fatto seguire il caso da un avvocato che in un primo momento non è riuscito a dirmi granchè. Il Comune ha inviato una lettera al Ministero degli Esteri e degli Interni, al Prefetto e alla stessa polizia aereoportuale. Stiamo attendendo risposte.
Emilio M.

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