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Regionali 2010 / Abbruzzese: “Per far ripartire il territorio bisogna… fare”

Intervento di Mario Abbruzzese sull’economia industriale. Riceviamo e pubblichiamo: “Perché mi candido? Perché intendo far reagire il nostro territorio. Innanzitutto attraverso il rilancio del settore metalmeccanico, ponendo particolare attenzione alla tutela degli operai, ai contratti di lavoro, dei contratti di secondo livello e del settore in genere, convinto come sono, che una più generale ripresa possa cominciare dalla nostra Regione, puntando sul fare.
In virtù di ciò, ribadisco l’importanza della tutela degli operai, in special modo di coloro che da tempo ormai alternano alla fabbrica la cassa integrazione. La risposta ai loro problemi non è semplice e immediata, soprattutto se si considera che uno dei più gravosi è l’accesso al credito per le medie e piccole imprese, oltre che per le famiglie. L’intero sistema necessita di un sostanziale e vitale risveglio dal torpore nel quale annaspa: è improrogabile una mobilitazione, quella mobilitazione per la quale non si sarebbe dovuto attendere lo scoppio e l’aumento della crisi.
Ad ogni modo, è importante reagire agendo, oggi, nel concreto, programmando interventi e strategie di lungo corso per l’intera Regione, senza commettere l’errore di considerarla frazionata, nei due poli Nord e Sud. Un primo passo in questa direzione, ad esempio, deve essere fatto dai sindacati, i quali devono monitorare costantemente la situazione dell’impiego, per poter avere un chiaro quadro della condizione di precarietà e fronteggiare l’emergenza con una studiata misura di sostegno e di intervento.
Essere realistici e procedere in un’azione congiunta, sistematica e più di ogni altra cosa condivisa da tutte le componenti territoriali: questa la soluzione, questa la base di partenza della mia candidatura. Intendo farmi carico della necessità di lavorare al sostegno delle molte, troppe aziende in difficoltà, che vanno tutelate in quanto importante ed effettivo patrimonio della nostra economia, contraddistinta da caratteristiche alle quali va dato il giusto peso: impegno, esperienza, competenza e coraggio. Con la mia candidatura, quindi, intendo fornire grande sostegno alla piccola e media impresa, poiché, nel pieno rispetto dei principi economico-liberali, devono essere valorizzate e puntualmente incentivate le iniziative imprenditoriali, con premi da destinare alle virtuose, a quelle, cioè, capaci di creare occupazione, innovazione e investimento per lo sviluppo del sistema economico della Regione.
Sono sicuro che l’azienda e la forza lavoro, che rappresenta il centro del sistema produttivo, affinché diventi di fatto protagonista e punto di riferimento per tutti i soggetti che sono parte attiva nel processo di commercializzazione: investitori, utenti e istituzioni. Le aziende devono essere sostenute perché attraverso di esse vengono polarizzati gli interessi, grazie ai quali si concretizzano, poi, i progetti, in funzione del peso che l’offerta commerciale acquista sui mercati locali, nazionali e internazionali, assumendo, in questo modo, un’identificazione nello sviluppo.
La formula adeguata al progetto di risalita ha come obiettivo la diversificazione dell’economia del territorio. Con la crisi del mercato mondiale dell’auto, a cascata, troppe e molto pericolose sono state e sono le ripercussioni sulla Fiat, ciò ha messo in evidenza i troppi limiti di un’economia monosettoriale, portando in particolar modo il Sud della Regione Lazio ad essere una sorta di epicentro della crisi: il dovere degli amministratori, però, è fare in modo che il problema occupazionale non diventi anche un’emergenza sociale. Governo, Regione, Provincia e Comuni, devono unirsi alla condizione dei cittadini e scongiurare questa emergenza: io propongo la mia candidatura affinché questo accada”.

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