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Lavoro nero, Uil: “fenomeno in crescita nel sud della provincia”

Dati allarmanti sull’occupazione in provincia di Frosinone arrivano dalla Uil. In particolare sul lavoro nero, una piaga per l’intero Paese, ma presente in misura considerevole, a giudizio dei responsabili della Uil, in tutta la provincia soprattutto nella parte sud. Secondo l’indagine realizzata dal sindacato, infatti, esiste una percentuale altissima di lavoratori in nero: il 21,4% della forza lavoro, all’incirca 37.000 persone, con un fatturato prodotto da questi lavoratori di 1.800.000 euro, pari al 17,2% del prodotto interno lordo provinciale. Sono dati, questi, che si verificano nel profondo sud del nostro paese. «L’elaborazione – spiega Guglielmo Loy, Segretario Confederale – è stata realizzata partendo da un’analisi del tasso di irregolarità nell’anno 2008 stimato attraverso alcuni indicatori economici, fiscali ed occupazionali, e proiettando i dati al 2009, secondo le stime degli indicatori presi in considerazione. É noto, come il lavoro sommerso sia un fenomeno complesso di cui è difficile misurarne l’effettiva portata e, pertanto, per valutarne l’entità non si può che ricorrere a delle stime». Ma nonostante ciò si è molto vicini alla realtà. «La verità è che questa – sottolinea il segretario provinciale Uil, Gabriele Stamegna – resta una provincia rimasta in piedi per anni grazie alle stampelle della cassa per il mezzogiorno che ha creato un sistema produttivo drogato che non si confrontava libero mercato, venuti a mancare quei sostegni l’imprenditoria sana è stata capace di fare l’eccellenza, ma al tempo stesso un’altra economia ha continuato a sopravvivere con un sistema di auto sostegno inevitabilmente border line. Utilizzare manodopera in modo illegale abbatte considerevolmente il costo del lavoro e molte aziende continuano a pensare di essere poter essere competitive in questo modo».

F. Pensabene

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