15 marzo 1944: quel giorno la Città di Cassino fu cancellata dalla storia e dalla carta geografica. Solo un mese prima fu distrutta anche l’abbazia di Montecassino.
“Sappiamo che questo evento – ha detto il sindaco di Cassino Bruno Scittarelli nel corso della cerimonia di commemorazione – ha segnato pesantemente le nostre famiglie e la nostra città , riducendola ad un cumulo di macerie, lasciando oltre mille vittime civili, mutilazioni, miseria e disperazione.
Sono occorsi decenni, alle nostre famiglie, per riprendersi, nel solco del motto benedettino “Succisa virescitâ€, da quell’immane tragedia.
La cancellazione delle vestigia della stupenda Cassino prebellica ha lasciato posto ad una città nuova e moderna che da quella tragedia ha trovato la forza per risorgere ed imporsi come punto di riferimento per l’intero territorio.
Cassino, purtroppo ora interessata anch’essa dalla pesante crisi economica globale, è diventata una città molto attiva nel settore commerciale, turistico, dei servizi.
Ormai sono trascorsi 66 anni, da quel 15 marzo del ’44, il ricordo tende a farsi sbiadito e rischia di rimanere sempre più una pagina ingiallita di storia lontana.
Moltissimi dei protagonisti negativi di quella tragedia, i nostri genitori, zii e nonni, non ci sono più e così ora si fatica anche a tramandarla oralmente alle nuove generazioni.
Eppure il ricordo, come per la Shoah e per le Foibe, non può e non deve affievolirsi, perché in questo caso si vanificherebbe anche il formidabile monito che può venire alle nuove e future generazioni i cui familiari hanno subito in prima persona il dramma della guerra, il frutto dell’odio e della prevaricazione.
Oggi più che mai, bisogna riscoprire e rafforzare quei valori universali che tutelano la Dignità delle persone, la Pace e la Fratellanza.
Sentimenti che, per quando ci riguarda, nascono dalle profonde radici cristiane che sono alla base dell’azione quotidiana delle nostre famiglie.
Giornate come queste devono servire quindi a noi, impotenti nel decidere le sorti del mondo, per riflettere e consolidare quei sentimenti forti di ambasciatori di Pace nel Mondo che si impegnano giornalmente anche per aiutare i più bisognosi e i disagiati sociali ma anche gli sfortunati che in questo periodo sono stati vittime di terremoti naturali e devastazioni (L’Aquila come Haiti, Cuba come l’Indonesia).
Solo così sarà possibile conservare la Pace nella nostra terra e non vanificare i morti, i lutti e le distruzioni che il maleficio della guerra ci riservò il 15 marzo del 1944”.