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L’associazione “Città-Città” perplessa sull’impianto di smaltimento di amianto

L’associazione Città-Città ha dedicato un’apposita riunione del proprio Consiglio direttivo per valutare e discutere il progetto di istallazione di un impianto per il trattamento e la riconversione dell’amianto nel territorio di Villa S.Lucia. Da un attento esame della documentazione acquisita dall’Associazione sulle procedure avviate dagli organismi amministrativi competenti (Regione Lazio, Provincia di Frosinone, Cosilam, Comune di Villa S. Lucia ) sono emerse forti perplessità e preoccupazioni sulla correttezza formale e sostanziale degli atti in questione. La natura dell’impianto e la materia in esso trattata, con i loro potenziali effetti altamente nocivi e letali sulla salute delle popolazioni interessate, sono infatti sottoposte a un regime di norme rigorose e particolarmente restrittive che sembrano essere state gravemente disattese dall’iter burocratico fin qui seguito.
Per questi motivi, l’associazione Città-Città ha deciso di aderire al Comitato “No Amianto” che si è costituito spontaneamente per contrastare la realizzazione del predetto impianto.
Dalla documentazione acquisita, infatti, appare evidente la preoccupazione della Società proponente (una Srl di Correggio, in provincia di Reggio Emilia) di evitare che gli Enti coinvolti nelle autorizzazioni previste potessero dare la dovuta pubblicità alle procedure attuative. Le delibere del Comune di Cassino e della Consulta dei Sindaci del Lazio meridionale indicano espressamente gravi inadempienze ed omissioni che costituiscono materia sufficiente per indurre la Regione Lazio di interrompere ed annullare le procedure fin qui avviate, per permettere a tutti gli Enti interessati, in primis ai Comuni e agli Enti locali, un esame approfondito dei dati tecnici e degli effetti sulla salute delle popolazioni interessate connessi al funzionamento dell’impianto. Particolarmente inadempiente appare, peraltro, la posizione della Società proponente che, attualmente, in base alla normativa vigente, non risulta essere in possesso dei requisiti finanziari e tecnologici che definiscono le competenze specifiche, necessarie al trattamento di un materiale altamente nocivo come l’amianto. L’impianto progettato per Villa S.Lucia, il primo in Europa nel suo genere, dovrebbe avvalersi, infatti, di processi industriali classificati dalla Conferenza regionale dei Servizi, come ancora puramente “sperimentali” e testati solo in “laboratorio”.
Vi sono dunque fondate ragioni per attivare la massima mobilitazione delle popolazioni cointeressate, affinché vengano negate dalla Regione Lazio le autorizzazioni richieste per l’istallazione di questa pericolosa struttura, così come è già avvenuto nella Regione Emilia Romagna e nella Regione Toscana, che hanno provveduto a respingere la proposta inoltrata dalla medesima Società imprenditrice, anche sulla base della valutazione tecnica sfavorevole, fornita da Dipartimenti scientifici dell’Università degli Studi di Modena.

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