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Regionali 2010 / Abbruzzese, presentato il programma per il rilancio della sanità regionale

Sono ben 21 i punti che il candidato alle regionali del Popolo della Libertà, Mario Abbruzzese, ha deciso di inserire nel suo programma elettorale per ridisegnare la sanità regionale. Gli obiettivi programmatici dell’esponente del centrodestra sono ormai chiari a tutti. Più volte, lo stesso Abbruzzese, ha ribadito nel suo lungo tour elettorale fra i cittadini dei 91 Comuni della Provincia di Frosinone, quale è la “ricetta” per sanare il pesante deficit lasciato in Regione dall’amministrazione uscente in materia sanitaria.
1. CENTRALITA’ DEL PAZIENTE. Un sistema sanitario regionale che ponga alla propria base la centralità della persona, un sistema che intenda la salute come diritto da promuovere e tutelare, così come sancito dalla Carta Costituzionale, e non come un bene da negoziare. La programmazione dovrà realizzare uno sforzo teso a migliorare la conoscenza dei bisogni della persona sui quali fondare le risposte assistenziali garantendo il pieno rispetto dei principi di equità, di accesso e di garanzia dei livelli essenziali di assistenza.
2. RISPETTO PER LE CATEGORIE PIU’ DEBOLI. La caratterizzazione delle nuove patologie ed il prolungamento dell’età media non permettono di esaurire il bisogno di assistenza all’interno dell’ospedale per acuti (ancorché abbia differenziato i regimi dell’offerta). E’ nostra intenzione istituire l’anagrafe della fragilità, ossia una banca dati contenente gli elenchi degli anziani a rischio e delle persone ritenute “più deboli”, in modo da poter programmare e realizzare risposte assistenziali mirate sulla base dei reali bisogni di salute.
3. NON TAGLI AI SERVIZI MA ELIMINAZIONE DEGLI SPRECHI. La politica sanitaria sarà indirizzata verso logiche di razionalizzazione del Sistema, non di razionamento. Il problema non è soltanto ridurre la spesa ma soprattutto riqualificare il Sistema operando un più proficuo utilizzo di risorse oggi spesso male impiegate. Solo così si potranno superare le logiche che considerano come unica soluzione, per il recupero del deficit, la politica dei “tagli indiscriminati” che, a nostro avviso, sono da ritenere non efficaci e con effetti devastanti soprattutto sulle fasce socialmente più deboli.
4. INTEGRAZIONI DEI SERVIZI SOCIO-SANITARI. Realizzare il coordinamento tra interventi di natura sanitaria e sociale, a fronte di bisogni di salute molteplici e complessi, sulla base di progetti assistenziali personalizzati. Il raccordo tra le politiche sociali e le politiche sanitarie consentirà di dare risposte unitarie all’interno di percorsi assistenziali integrati, con il coinvolgimento e la valorizzazione di tutte le competenze e le risorse, istituzionali e non, presenti sul territorio.
5. RIDUZIONE DEL NUMERO DELLE ASL E RIQUALIFICAZIONE DELLA RETE DI OFFERTA. Assicurare la rivoluzione della attuale rete ospedaliera attraverso una visione sistemica che si attui e si realizzi attraverso il concetto di rete. Un’azione basata anche sulla trasformazione dei piccoli ospedali regionali in Presidi Territoriali di Prossimità (Ptp) e sulla riconversione dei posti letto per acuti in eccesso in posti di Rsa, Hospice e Poliambulatori multi specialistici che, potenziati di risorse umane e tecnologiche, dovranno garantire un utile strumento di abbattimento delle liste di attesa. Forte ammodernamento della rete ospedaliera e del parco tecnologico.
6. DIFFERENZIAZIONE DEL RUOLO DI ASL E AZIENDA OSPEDALIERA. Approvazione di una legge di riordino che ridefinisca l’assetto funzionale della Azienda Sanitaria Locale (Asl), con la concretizzazione del concetto di terzietà fra erogatore e pagatore-controllore della prestazione. Alla Asl, competerà la funzione di committenza del servizio sanitario territoriale, in particolar modo riferito alla erogazione delle cure primarie, a sopraintendere alla Prevenzione, al coordinamento delle attività di Pua, Ptp, ecc., alla erogazione dei servizi socio-assistenziali, alla sorveglianza su RSA, Hospice, ecc., alla cura della salute mentale, al rischio clinico, ecc. ecc..
L’Azienda Ospedaliera (A.O.), avrà come obiettivo l’erogazione delle prestazioni riferite alla gestione dei posti letto per acuti, alla erogazione di prestazioni di alta diagnostica e a quelle di elevata specializzazione.
7. VERIFICA DELLA APPROPRIATEZZA DELLE PRESTAZIONI. Rilanciare il ruolo professionale del Medico di medicina generale, da noi ritenuto l’attore centrale della riorganizzazione del sistema sanitario regionale, attraverso indicatori di risultato da utilizzare per la verifica degli obiettivi previsti in tema di diritto alle cure, trasparenza del percorso seguito e verifica della spesa.
8. QUALITA’ DELL’OFFERTA ASSISTENZIALE. Porre in essere un sistema in grado di produrre, a tutti i livelli, buona sanità. Questo potrà avvenire solo attraverso la creazione di un Sistema di Qualità capace di stabilire in modo oggettivo il grado di qualità delle prestazioni ritenuto ottimale. Il termine qualità è da intendersi riferito sia alle strutture, cioè all’ambiente nel quale le cure sono fornite (comprendendo locali ed attrezzature tecniche ma anche la dotazione e la qualificazione del personale), sia ai processi, intesi come l’insieme delle attività diagnostiche, terapeutiche che sono disposte a favore del pazienti, sia ai risultati delle cure fornite .
9. PREVENZIONE COLLETTIVA. Potenziamento del settore della prevenzione, attraverso una duplice azione che prevede da una parte l’individuazione e il potenziamento dei fattori di benessere (prevenzione), dall’altra la rimozione delle cause e dei fattori di malattia (tutela della salute) In questo ambito riteniamo determinante il ruolo del Dipartimento della Prevenzione, oggi in capo ad ogni singola ASL ed una Direzione unica per la Prevenzione, in capo alla Regione Lazio, cui partecipano con pari dignità e poteri, le singole direzioni territoriali ed ospedaliere.
10. DISTRETTO SANITARIO. Superamento di una visione che individua nell’ ospedale la sede pressoché esclusiva della risposta alla malattia, riconducendo in modo appropriato a questo livello la gestione delle acuzie, della subacuzie e della postacuzie intensiva ed ad alta intensità assistenziale, comporta una irrinunciabile implementazione del sistema delle cure territoriali verso la reale presa in carico dei bisogni di salute dei cittadini. Ciò si realizza assegnando al Distretto la funzione di luogo fisico ed organizzativo in cui si sviluppano i percorsi di cura ed assistenza propri nell’ottica della continuità assistenziale, l’uso integrato delle risorse e l’integrazione socio-sanitaria.
Il Distretto dovrà sviluppare la funzione di accettazione, valutazione ed orientamento della domanda di salute dei cittadini e rappresentare inoltre la sede di risposta appropriata e non differita.
11. MEDICI DI MEDICINA GENERALE E PEDIATRI DI LIBERA SCELTA. Il Mmg e il Pls dovrà rappresentare un punto di riferimento certo e costante per il cittadino che, oltre a risolvere le esigenze di Primo Livello (integrandosi con altri professionisti, infermieri, medici della continuità assistenziale, medici specialisti, assistenti sociali ecc.), lo aiuti ad orientarsi rispetto ai diversi contesti assistenziali coerenti ai propri bisogni di salute, e ne curi, se necessario, i rapporti con i diversi attori dell’assistenza, evitando il ricorso inappropriato al pronto soccorso e/o al ricovero ospedaliero. Con lo scopo di facilitare l’accesso dei cittadini agli studi dei medici di medicina generale, si rende necessario incentivare l’attivazione sul territorio delle Unità di Cure Primarie, che prevedono la disponibilità del medico di Assistenza Primaria, dalle ore 8 alle ore 20 dei giorni feriali e del medico di continuità assistenziale (Guardia Medica) dalle ore 20 alle ore 8 dei giorni feriali e dalle 8 alle 20 nei giorni festivi. Tutto questo, per garantire un servizio sempre più vicino ai bisogni del cittadino.
12. PUNTO UNICO DI ACCESSO. Lo “Sportello o Punto unico di accesso ai servizi sociali e sanitari” è lo strumento che consentirà, a nostro avviso, la semplificazione dei percorsi clinici e amministrativi nell’accesso unificato alle prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e sociali. I destinatari dello Sportello unico sono tutti i cittadini che esprimono un bisogno di salute.
13. ASSEGNO DI CURA. Riconoscendo l´importante lavoro di cura che la famiglia svolge per l´anziano ed il disabile non autosufficiente, è nostra intenzione incentivare il più possibile, ove la famiglia lo richieda e sia nelle condizioni di farlo, la domiciliazione del paziente presso la propria abitazione mediante la corresponsione di un Assegno di cura per il tramite della costituzione di un Fondo regionale per la non autosufficienza.
14. ASSISTENZA DOMICILIARE. L’assistenza trasferita “dall’ospedale alla propria abitazione”, quando possibile, è per noi la semplice constatazione che una rete efficiente di servizi di natura domiciliare non solo aumenta la qualità della vita del paziente ma incide anche positivamente sulla sostenibilità dei costi del servizio prestato. Necessita però della sensibilizzazione di una efficiente rete di volontariato che nel Lazio esiste e per questo va valorizzata.
15. OSPEDALE PER INTENSITA’ DI CURE. Il nuovo modello prevede, la creazione di percorsi differenziati all’interno dell’ospedale, tra emergenza–urgenza e attività programmata. L’ospedale per intensità di cure esige, nei suoi percorsi interni e nei rapporti con il territorio, un approccio più efficace al tema della “continuità assistenziale”, che non ha attualmente negli ospedali una risposta organizzata.
16. PICCOLI OSPEDALI REGIONALI. Per i piccoli ospedali occorre prevedere possibili azioni di sviluppo secondo una duplice integrazione: una verso gli ospedali maggiori, l’altra verso le funzioni assistenziali distrettuali e quindi verso la salvaguardia del patrimonio storico rappresentato da questi presidi per le rispettive comunità locali. La riconfigurazione dell’offerta dei piccoli ospedali, che prevede la garanzia di prestazioni di ricovero, ambulatoriali e domiciliari, è una scelta strategica che porterà allo sviluppo di una rete di servizi diffusi sul territorio.
17. LISTE D’ATTESA. L’abbattimento dei tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie rappresenta uno dei problemi maggiormente avvertiti dai cittadini. E’ un segno di civiltà, di rispetto per la persona, prima che uno strumento di accesso al servizio sanitario. Le prestazioni rispondano a criteri di priorità clinica che dipendano dalla gravità della malattia sospetta e/o accertata.
L’attesa più lunga, per le prestazioni non urgenti, non potrà comunque superare i tempi massimi fissati a livello regionale. Il 10% delle prestazioni prenotabili verrà riservato ai Medici di medicina generale per la prenotazione diretta di prestazioni considerate urgenti e prioritarie. Infine certezza dei tempi di attesa per gli esami più urgenti: ogni qual volta l’azienda sanitaria non sarà in grado di assicurare la prestazione richiesta entro i tempi di attesa massimi stabiliti, l’azienda stessa dovrà assicurare al cittadino la possibilità di ottenere quella stessa prestazione in intramoenia, senza aggravio di alcun costo rispetto al semplice pagamento del ticket.
18. RETE DELL’EMERGENZA. Per quanto attiene alla Rete dell’emergenza sarà nostra cura assicurare nell’arco della legislatura l’istituzione di Dea di II livello periferici in ogni capoluogo di Provincia. Nello stesso tempo saranno garantite sufficienti risorse per l’intera l’attività di Emergenza regionale, per la riqualificazione dell’azienda Ares 118.
19. SPESA FARMACEUTICA. Rigoroso controllo delle prescrizioni volto a ridurre il problema endemico dell’inappropriatezza prescrittiva è potenziare al massimo tutte le forme di distribuzione del farmaco.
20. INTEGRAZIONE PUBBLICO-PRIVATO. Il privato in convenzione – quello di qualità per intenderci – è, a nostro modo di vedere, una risorsa preziosa del servizio sanitario regionale e non certo un onere. Per questo ad ogni struttura sarà dato un ruolo nella implementazione della nostra idea di moderna sanità. L’offerta in eccesso non sarà tagliata ma sarà riconvertita gradualmente senza interruzione improvvisa dei servizi, secondo i crescenti bisogni della popolazione laziale e a garanzia dei livelli occupazionali.
21. LA “CARTA SANITARIA” PERSONALE ELETTRONICA. La scommessa è quella di garantire una “carta sanitaria” che permetta al cittadino – attraverso una efficace rete distribuita sul territorio – di accedere in modo semplice e diretto (via Web/TV/altro) alla propria storia sanitaria, potendo delegare, su propria iniziativa, l’accesso a soggetti determinati quali Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Farmacie, operatori di Pronto Soccorso, professionisti sanitari, etc., i quali potranno interrogare ed alimentare la Carta con ogni informazioni utile al paziente, finanche ospitare la prescrizione di farmaci e ricevere in deposito il risultato di analisi e diagnostica.

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