Un tesoro da cinque milioni di euro confiscato al clan Di Rocco
29 Marzo 2010Martinsicuro, Tortoreto, Giulianova e Mosciano Sant’Angelom, tutti comuni in provincia di Teramo in cui la famiglia Di Rocco aveva accumulato e costruito un impero economico; ebbene, da questa mattina, quell’impero è stato sgretolato dai carabinieri del Ros. Circa 30 militari sono stati impegnati per eseguire 12 decreti di confisca firmati dal collegio di giudici del tribunale di Teramo su richiesto del sostituto procuratore dott. David Mancini a carico proprio del clan “Di Rocco” riconducibili al capostipite di Rocco Fiorello. Alla moglie Ciarelli Clorinda ed ai loro familiari più stretti. Questi prevedono la requisizione di 10 unità immobiliari (Giulianova, Tortoreto Martinsicuro e Mosciano S. A.) e 2 appezzamenti di terreno oltre a quote societarie e licenze di attività commerciali, depositi di denaro su conti correnti bancari e postai, 18 autovetture di media e grossa cilindrata, alcune delle quali di lusso (Mercedes, Bmw etc.) per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro. Contestualmente sono state applicate a 8 componenti del clan Di Rocco le misure di prevenzione della sorveglianza speciale. L’operazione trae origine dalle indagini avviate nel 2006 dai carabinieri del R.O.S. in collaborazione con i carabinieri della provincia di Teramo è stata finalizzata a colpire il sodalizio criminale sotto il profilo patrimoniale, privandolo delle risorse finanziarie illecitamente accumulate e reinvestite nel corso degli anni in prestiti usurari ad imprenditori e commercianti in difficoltà economiche e nel traffico di stupefacenti. Nel corso dell’intera attività veniva accertata la presenza di prestanomi insospettabili intestatari delle quote più consistenti dei beni ed attività facenti capo alle famiglie rom. L’importanza di questi provvedimenti di confisca di consistenti beni patrimoniali è accresciuta dal fatto che detti beni potrebbero essere destinati ad associazioni di volontariato presenti sul territorio che perseguono finalità di alto valore sociale e morale. La famiglia Di Rocco era stata oggetto nel novembre 2007, delle misure cautelari eseguite dal R.O.S. nell’ambito dell’oprazione denominata “bagnalè” che aveva portato all’arresto di 11 indagati per detenzione e spaccio di stupefacenti, usura ed altri reati, nonchè al sequestro preventivo di 2 immobili e 7 autovetture.