“Acqua pubblica, ci metto la firma”
26 Aprile 2010“Acqua pubblica, ci metto la firma”, questo lo slogan dell’iniziativa promossa da associazioni e comitati cittadini che hanno aderito ad una richiesta di referendum nazionale per conservare la gestione pubblica dell’acqua. Tante le persone che hanno sostenuto la manifestazione sottoscrivendo il documento per “liberare” l’acqua da speculazioni private. La raccolta di firme iniziata ieri e che continuerà per diversi mesi, coincide con l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo ed è occasione per liberare anche l’acqua dal mercato e dal profitto. I promotori hanno diffuso un volantino che esplica: “Sottoscrivendo i tre quesiti referendari, miranti ad abrogare l’art. 23 bis della legge 133/2008, l’articolo 150 del Dlgs n. 152/2006 e l’art. 154 dello stesso Dlgs 152/2006 non firmerete pro o contro un partito ma contro la privatizzazione dell’acqua e a favore della gestione pubblica della stessa onde evitare che le società per azioni facciano lucro su di un bene comune e prezioso, indispensabile per la sopravvivenza. L’acqua nelle mani dei privati, che ricercano soltanto il profitto, diventerà come il petrolio: tariffe esose, aumentate del 300%, come è accaduto a Latina, scarsi investimenti e servizi carenti. I cittadini di Cassino serviti dall’acquedotto comunale, a gestione pubblica, pagano una tariffa media di 60 centesimi e i redditi minimi godono di particolari agevolazioni. I cittadini cassinati di Caira, S. Angelo e San Michele e dei comuni del frusinate aderenti alla convenzione con il gestore privato pagano una tariffa media di 1 euro e 20 centesimi e i redditi minimi non hanno agevolazioni. Non svendiamo per pigrizia o altro il futuro dei nostri figli”. Riccardo Consales dell’associazione Vas Cassino che aderisce al comitato locale di Cassino pro referendum acqua pbblica ha dichiarato “in particolare questa campagna di raccolta firme serve per abrogare l’ultima legge che è stata fatta a novembre che ha dato come esclusiva possibilità per le amministrazioni provinciali quella di affidare a società private o miste la gestione del servizio idrico. Le firme sui tre quesiti servono a ripristinare la vecchia legge del 2000 che permette alla amministrazioni di affidare la gestione idrica a enti pubblici”.
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