Firmato il contratto nazionale lavoro per 1,2 milioni di edili
21 Aprile 2010E’ stato siglato nella notte il contratto nazionale dell’edilizia fra Ance e le Organizzazioni Sindacali di settore.
“E’ un contratto importante – scrive Benedetto Truppa della Fillea Cgil – non solo perché interessa oltre 1.200.000 di lavoratori oltre 25000 sono gli edili ciociari, non solo perché riguarda uno dei settori fondamentali per trainare l’economia del Paese fuori dalla crisi, ma anche perché la sintesi raggiunta tiene insieme le esigenze di incremento delle retribuzioni con l’aumento della regolarità e della qualità delle imprese e dell’intero sistema. In una fase di crisi come quella che sta vivendo il settore, la chiusura unitaria del contratto ed i suoi contenuti normativi sono una risposta seria, responsabile ed efficace che le parti sociali hanno saputo dare alle esigenze di incremento dei salari e dei diritti dei lavoratori e di qualità e sostenibilità della crescita.
Di fronte all’assunzione di responsabilità delle parti sociali spicca ancor più negativamente l’assenza del Governo, che di fronte ad una crisi di dimensioni epocali, non ha dato alcun seguito agli impegni assunti solennemente quasi un anno fa in occasione dagli Stati Generali delle Costruzioni.
Attendiamo ancora l’estensione degli ammortizzatori sociali, l’incremento dei controlli in contrasto al lavoro nero, all’illegalità e agli infortuni sul lavoro; attendiamo ancora l’avvio d un piano di spesa reale sulle grandi infrastrutture, attendiamo ancora lo sblocco del Patto di stabilità ; attendiamo ancora l’avvio di un sistema di selezione e qualificazione delle imprese capace di premiare quelle regolari e legali.
Il Governo non ha mantenuto nessuno dei suoi impegni, mentre la crisi si è aggravata e, proprio nel 2010, farà sentire i suoi effetti più pesanti con oltre 100.000 posti di lavoro a rischio, oltre i 100.000 già persi, circa 2500 le domande di disoccupazione nella nostra Provincia e 1134049 le ore di cigo.
In questo contesto l’accordo raggiunto assume ancora più valore perché oltre ad una importante risposta salariale ben oltre i limiti imposti dall’accordo separato del 22 gennaio 2009 (106,47 € al parametro 117) pari a 118€ al 3° livello (39€ dal 1/4/2010, 39€ dal 1/1/2011, 40€ dal 1/1/2012) interviene correttamente e senza alcuna concessione a tentazioni di sostituzione o sussidiarietà delle funzioni pubbliche, su questioni importanti come il rapporto fra formazione, integrazione al reddito in caso di utilizzo di ammortizzatori sociali, e orientamento al lavoro attraverso un corretto utilizzo degli Enti bilaterali di settore.
Anche a questo fine l’intesa sottoscritta, interviene sulla governance degli enti migliorandone l’efficacia e l’efficienza con importanti innovazioni.
Sul piano della lotta all’irregolarità e all’illegalità , che come dimostrano anche gli ultimi dati Istat sul lavoro nero sono fenomeni particolarmente presenti nel settore, circa il 30% nel nostro territorio l’intesa sottoscritta prevede importanti novità in materia contrasto all’abuso del part-time e di miglioramento delle banche dati per la gestione del DURC e per l’attivazione del DURC per congruità .
Sul piano dei diritti vanno sottolineati gli interventi in materia di piena attuazione degli accordi sulla sicurezza sul lavoro e sull’attivazione degli RLST, sulle ferie, a particolare vantaggio dei tanti lavoratori migranti del settore, sull’estensione del diritto allo studio e sul rilancio della previdenza integrativa attraverso risorse messe in campo dalle imprese attraverso opportune forme di mutualizzazione a vantaggio dei lavoratori iscritti al fondo di previdenza complementare.
L’intesa sottoscritta rappresenta una soluzione avanzata capace di tutelare ed incrementare salario e diritti, facendo i conti con la crisi e gli effetti che produce, ma guardando a come uscirne anche attraverso politiche contrattuali innovative. In questo quadro le soluzioni adottate per rinnovare e confermare l’esperienza decennale del settore in tema di contrattazione territoriale di 2° livello sono particolarmente significative. Infatti, insieme alla conferma di un salario territoriale da definire entro un tetto massimo del 6%, si definiscono modalità attuative capaci di definire insieme sia gli elementi di garanzia per i lavoratori, sia gli elementi di variabilità territoriale e aziendale.
Quest’ultima articolazione aziendale costituisce una vera novità per il settore introducendo, anche per il Sindacato, una possibilità di interlocuzione diretta con un sistema di imprese particolarmente frammentato e diffuso, una possibilità che non sostituisce la centralità della contrattazione territoriale, ma si integra con essa”.
La FILLEA CGIL di Frosinone è impegnata nei cantieri a spiegare l’intesa raggiunta per sottoporla al giudizio e al voto dei lavoratori con una capillare campagna di assemblee che si svolgeranno nelle prossime settimane.