Si è conclusa con la notifica dell’avviso di conclusione le indagini l’operazione antiusura denominata “BAD MEAT†– diretta dalla Procura della repubblica di Frosinone e condotta dalla Guardia di Finanza di Frosinone che aveva permesso di deferire all’Autorità Giudiziaria cinque soggetti e trarre in arresto un imprenditore ciociaro per i reati di usura aggravata,violenza e minacce, estorsione, abusivismo creditizio, riciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori.
L’attività di strozzinaggio individuata dagli uomini del colonnello Giancostabile Salato – aveva ridotto sul lastrico diversi commercianti e professionisti del Lazio, ideata e posta in essere da un imprenditore ciociaro, che aveva – negli ultimi anni – accumulato un vero impero economico ancora oggi sottoposto a sequestro.
Le indagini iniziate alla fine del 2008, quando una donna disperata per la propria situazione economica, generatasi nel corso degli ultimi 10 anni e provata dalle sofferenze familiari, conclusesi con il trasferimento di una parte del suo nucleo familiare nel Nord Italia, si è recata presso gli uffici del Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo ciociaro per chiedere aiuto e ripercorrere le numerose peripezie finanziarie di cui era rimasta coinvolta e che l’avevano vista – unitamente al marito ed alle proprie figlie – vittima di usura reiterata e continuata.
La stessa malcapitata era stata anche oggetto di estorsione da parte dell’imprenditore di Ferentino che ingiustamente le aveva sottratto la casa familiare secondo lo schema classico usualmente adoperato dagli strozzini e si era vista costretta a vendere, per i debiti accumulati, la propria ben avviata attività economica operante nel settore del commercio delle carni e a lasciare la propria terra natia.
L’accelerazione alle indagini di P.G., veniva data anche grazie all’acquisizione di tutti i documenti concernenti le investigazioni valutarie ed antiriciclaggio in virtù della nuova normativa antiriciclaggio ed usura resa operativa dal D.Lgs n. 231/2007 che testimonia l’impegno della Guardia di Finanza, con particolare riferimento al territorio del frusinate che, proprio grazie alle sue specifiche attribuzioni di polizia giudiziaria ed economica finanziaria, ben si adatta alle investigazioni richieste da tale tipologia di crimine.
Al termine di questo ultimo periodo di incessanti ed incisive indagini patrimoniali, coordinate dalla Procura della Repubblica di Frosinone che emetteva un provvedimento ( ex art. 12 sexies della Legge n. 256/1992) di sequestro dei beni mobili ed immobili ed una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’usuraio un imprenditore Ferentino, eseguito dagli uomini delle fiamme gialle di Frosinone che ieri ancora una volta hanno bussato alle porte de carcere di Frosinone per notificare l’avviso della conclusione delle indagini all’usuraio.
Lo strozzino approfittava dello stato di bisogno delle proprie vittime si faceva corrispondere somme ingenti di denaro sproporzionate rispetto alla prestazione resa, minacciando e richiedendo in garanzia dei pagamenti anche la proprietà immobiliare.
Il soggetto indagato al fine di agevolare la commissione del reato di riciclaggio attribuiva fittiziamente la proprietà immobiliare alla figlia facendola intervenire quale acquirente nell’atto di compravendita dell’immobile di proprietà della vittima, che aveva avuto il coraggio di sporgere denuncia.
Ma la conclusione delle indagini permetteva di denunciare per favoreggiamento personale anche altri due soggetti, che avevano favorito ed aiutato l’indagato ad eludere le indagini, concordando con questi la versione da rendere agli investigatori quando convocati per escuterli.