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Firmato il contratto nazionale del personale delle aree dirigenziali della pubblica Sanità

Nel pomeriggio del 6 maggio 2010 l’A.ra.N. e le Organizzazioni e Confederazioni rappresentative hanno firmato i Contratti Collettivi Nazionali di lavoro del personale delle aree dirigenziali del Servizio Sanitario Nazionale – II biennio economico 2008/2009 – e i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro per le sequenze contrattuali degli artt. 28 e 29 dei CCNL dell’area dirigenza medico – veterinaria e della dirigenza sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa sottoscritti il 17.10.2008. “Tali contratti scaduti lo scorso 31
dicembre – dichiara in una nota Giulio Rossi, responsabile del gruppo aziendale UIL FPL dell’Ospedale di Alatri (Fr) – riguardano circa 130.000 medici e veterinari del Servizio sanitario nazionale (Area IV) e 22.000 dirigenti dell’Area sanitaria, Tecnica, Professionale e Amministrativa. Le sequenze contrattuali hanno riguardato alcuni importanti aspetti di parte normativa, tra cui, in attuazione delle disposizioni della “Riforma Brunetta”, ’innovazione più significativa è rappresentata da una specifica regolamentazione della responsabilità disciplinare, per la quale viene introdotto un articolato sistema di sanzioni,
anche di natura conservativa, nelle ipotesi di violazione, da parte dei dirigenti, degli obblighi di servizio e comportamentali. In tale ambito è stata anche introdotta la possibilità della reintegrazione del dirigente illegittimamente licenziato, finora non prevista. Ulteriori interventi di “manutenzione” sono stati effettuati su altri istituti, quali , ad esempio, gli
incarichi dirigenziali, la mensa e le ferie. Sotto quest’ultimo aspetto, è stato fornito un importante chiarimento in materia di riposi per rischio radiologico, in coerenza con le più recenti pronunce della Corte di cassazione. Per quanto riguarda i CCNL del secondo biennio, l’aumento economico medio è di 179,32 euro mensili per l’area IV e 152,00 euro per l’Area III. Nell’ambito dell’incremento del 3,2% è anche prevista la rivalutazione delle indennità di esclusività, pari a 26 euro mensili. A ciò si aggiungono le risorse aggiuntive,
pari allo 0,8%, che le Regioni – se in condizioni di virtuosità finanziaria – potranno destinare a progetti e programmi di miglioramento dei servizi all’utenza”.

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