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A fine giugno inizia il processo per i veleni nella valle del sacco, legambiente si costituisce parte civile

A fine giugno si aprirà il processo per l’inquinamento del fiume Sacco.

Legambiente si costituirà parte civile. I responsabili dell’ente a tutela dell’ambiente fanno sapere che saranno in prima fila al fianco degli abitanti perché ottengano vera giustizia.

Ciò significa non solo arrivare alla condanna degli inquinatori, ma costringerli a provvedere con mezzi e risorse adeguati alla completa bonifica dell’area.

È quanto dichiarato dal presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati, nel corso del quarto appuntamento regionale del “No Ecomafia Tour” – realizzato con il contributo del Consiglio regionale del Lazio – che ha fatto tappa a Sgurgola.

Il ricordo dell’11 marzo 2005 è ancora vivo- dice Parlati- con i sequestri di latte contenente beta-esaclorocicloesano (β-HCH), un prodotto di sintesi del Lindano (fitofarmaco bandito nel 2001 perché potenzialmente nocivo per la salute umana e animale e altamente inquinante) e lo stop alla commercializzazione del bestiame proveniente da più di quaranta aziende di nove Comuni nelle province di Roma e Frosinone.

Da questi risultati sono nati spontaneamente comitati pro ambiente sul territorio. A decine lottano per contrastare l’ubicazione di impianti ad alto impatto ambientale. Il primo successo è stato la bocciatura dell’impianto di car fluff presso la marangoni di anagni. Una notizia salutata positivamente da legambinente che punta a rilanciare la valle del sacco puntando su energie pulite.

Con l’occasione della tappa a Sgurgola sono state quindi ricordate le cifre contenute nel “Rapporto Ecomafia 2010” di Legambiente, che ha visto il Lazio balzare al secondo posto nella classifica nazionale, con 3.469 infrazioni, pari al 12,1% del totale di quelle accertate in Italia: qualcosa come 9,5 illegalità al giorno.

Tamara Graziani

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