Assalto ai beni confiscati alla camorra, tre arresti
29 Giugno 2010Nella mattinata di oggi 29 giugno 2010, il C.O. D.I.A. di Napoli ha dato esecuzione all’ ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P., su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della procura della Repubblica di Napoli, nei confronti di ******** *******, cl.1953 e di ,***** ****** cl. 1983, di Casal di Principe (CE), e di ***** ******, cl. 1946, assicuratore, residente nel quartiere napoletano di Posillipo, ritenuti responsabili di una serie di episodi delittuosi che ruotano intorno alle vicende relative ad una struttura alberghiera sita in Castelvolturno (CE), sotto amministrazione giudiziaria in quanto sequestrata nel 2004 e confiscata nel 2005 dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Applicazione delle Misure di Prevenzione – ritenuta nella disponibilità di ***** ******, pregiudicato per associazione mafiosa (“clan dei casalesiâ€), già sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.
Hanno tentato di riconquistare con metodi camorristici quello che lo Stato aveva portato con la confisca dei beni nella lotta alle cosche, e sono stati arrestati su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Si tratta di ***** ****** 47 anni, del figlio ***** ****** 27enne di Casal Di Principe, e di ***** ****** 54 anni, assicuratore residente nel quartiere napoletano di Posillipo. I due sono ritenuti responsabili di una serie di episodi delittuosi che ruotano intorno alle vicende relative ad una struttura alberghiera sita in Castelvolturno (CE), sotto amministrazione giudiziaria in quanto sequestrata nel 2004 e confiscata nel 2005 dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Applicazione delle Misure di Prevenzione – ritenuta nella disponibilità di ***** ****** pregiudicato per associazione mafiosa (“clan dei casalesiâ€), già sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.
Le approfondite indagini svolte dalla D.I.A. di Napoli, supportate da servizi di sorveglianza elettronica, hanno accertato che ***** ******, utilizzando metodi tipicamente mafiosi, con l’ausilio del figlio ***** ****** e del ***** ******, malgrado il provvedimento adottato dal Tribunale Sammaritano, ha tentato di assumere la gestione della struttura confiscata, nella quale vengono svolti corsi di formazione per il personale marittimo, minacciando il titolare della Società responsabile dei corsi, che dal 2004 ha stipulato un contratto di comodato per la conduzione di una parte dell’albergo, di danneggiamenti ed azioni lesive qualora non avesse contratto un patto societario clandestino.
Tale vicenda ha determinato l’imputazione di tentata estorsione continuata, aggravata dal metodo mafioso.
***** e ****** sono indagati, inoltre, per aver fittiziamente attribuito a prestanome, tra cui alcuni familiari del ***** ****** le quote sociali ed il complesso aziendale della società ***** ******, struttura alberghiera anchessa sita a Castelvolturno (Ce) di cui il ***** ****** risultava amministratore unico, apparentemente non riconducibile al ***** ******, ma da questi, di fatto controllata. Attraverso tale struttura alberghiera, il ***** ****** aveva tentato, con la complicità del ***** ******, di ottenere dallamministrazione giudiziaria la locazione dell’albergo confiscato. Fallito il tentativo, aveva tentato di ottenere dall’imprenditore responsabile dei corsi o la cessione dell’affitto o l’acquisizione in forma occulta di una quota della società affittuaria.
L’intento del ***** ******, secondo gli investigatori, era quello di costringere l’imprenditore a stipulare un contratto in base al quale, la struttura alberghiera facente capo al ***** ****** avesse la possibilità di gestire direttamente la predetta struttura sotto amministrazione giudiziaria. Per raggiungere tale scopo, già di per sé illecito in quanto volto a vanificare il provvedimento di sequestro e confisca adottato dal Tribunale sammaritano, il ***** ****** minacciava in più occasioni l’imprenditore, palesando, più volte, la possibilità di “far saltare in aria†la struttura alberghiera.
Il G.I.P., nella medesima misura cautelare, ha disposto anche il sequestro preventivo dell’hotel KING, eseguito nella mattinata odierna dalla D.I.A. di Napoli con l’ausilio della Guardia di Finanza, Tenenza di Mondragone, che ha collaborato nella fase delle indagini per i relativi accertamenti.
Di contorno a tali attività sono emersi, nell’ambito delle indagini, non meno gravi comportamenti di natura estorsiva ed usuraria attuati da ***** ****** e dal figlio in danno dei dipendenti della struttura alberghiera confiscata.
In particolare, i due costringevano sistematicamente, con azione metodologicamente mafiosa, alcuni dipendenti dell’albergo confiscato a consegnare loro un terzo dello stipendio (pari ad € 300,00 sulla retribuzione di €900,00 ad essi corrisposta dall’amministratore giudiziario).
E’ stato accertato, infatti, che i dipendenti, dopo aver ricevuto l’assegno relativo alle loro competenze professionali, venivano accompagnati in banca e, dopo il cambio degli assegni, venivano costretti a consegnare agli indagati parte del proprio stipendio.
Nell’ambito dell’attività svolta, è emersa, infine, una vicenda di natura usuraria di cui si è reso responsabile ***** ****** e che vede come vittima un altro dipendente della struttura confiscata.
In particolare, il ***** ******, approfittando dello stato di bisogno del dipendente, gli aveva elargito un prestito a tassi usurari, pretendendo la cessione della sua autovettura a fronte del mancato pagamento.