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Fuori dai Mondiali, scopriamo di essere asini… anche nel calcio

di Ermanno Amedei
Questa mattina, ci siamo svegliati e abbiamo scoperto di non essere più campioni del mondo (di calcio) e di non saper più giocare a “pallone”. Gli slovacchi ci hanno aperto gli occhi su qualcosa che proprio non volevamo vedere: la vera qualità della nostra Nazionale di Calcio. Dopo quattro anni, la nostra, non è più, ovviamente, la stessa squadra che in Germania ci fece sognare e, giocatori conosciuti ma non stellari come Di Natale, Pepe, Marchisio, sono rimasti “conosciuti” e basta.
E allora tutti addosso a Lippi, il Ct, che a volte arrogante, forse anche per il clima di ostilità che gli si è creato attorno (si capiva anche da alcune domande poste dai giornalisti in conferenza stampa), si è caricato tutte le responsabilità delle sue scelte. Nessuno gli risparmia nulla dalle scelte di portare in Sud Africa i “senatori” (Cannavaro, un grande capitano ma imbarazzante nel suo ruolo di difensore), l’insistenza inutile su Gilardino e Iaquinta per due partite su tre quando in panchina aveva un Quagliarella in forma “mondiale” (critiche che condivido); fino alla bocciatura, in sede di convocazione, di Balotelli e Cassano. Su questo aspetto, però, almeno io (questo spazio, non a caso, si chiama Il Punto di Vista) ero e sono d’accordo con lui. Se è vero che gli italiani hanno fatto una brutta figura calcistica, c’è chi, a questo mondiale, la figura l’ha fatta pessima: i francesi e non solo calcisticamente parlando. Noi siamo giudicati dal campo, loro soprattutto per quello che è accaduto fuori e, con personaggi “irrequieti”, sarebbe potuto accadere anche a noi.
Con tutto il rispetto calcistico per Balotelli e Cassano, per quest’ultimo però questa considerazione vale solo in parte, avere in Nazionale un giocatore che alla fine di una partita è capace di sfilarsi la propria casacca e gettarla in terra con sdegno così come Super Mario è capace di fare, francamente proprio non mi rassicurava e preferisco vivere una brutta figura calcistica che vedere insultati i colori della mia Nazione.
Cassano, forse è maturato rispetto a qualche anno fa, ma caratterialmente avrebbe accettato, se necessario, la panchina?
Insomma, dopo ieri, ci sentiamo più poveri… anche calcisticamente. Non abbiamo campioni questo grazie anche a grandi club campioni d’Italia, vincitori della Coppa Italia e della Champions League. Milioni di euro spesi a “coltivare” campioni di altri Paesi. Un tempo si diceva: ben vengano i campioni stranieri perché vicino a loro impareranno anche giovani calciatori italiani delle Primavere. Poi, alcune squadre, sono diventate solo “straniere”. Formazioni calcistiche che giocano nel nostro campionato, stravincendolo con merito, in cui però non gioca neanche un italiano e i pochi in rosa sono relegati in panchina. Più che dare colpe a Lippi per non aver convocato Balotelli, ritengo più colpevole chi, arrogante molto più di Lippi ma comunque osannato (e andato via alla ricerca di nuove sfide, quando la sua sfida più grande sarebbe stata confermare il risultato in Italia), ha relegato il giovane campione in panchina frustrandolo senza aiutarlo a crescere. Ma a lui, al Number One, cosa gliene frega se non valorizza un giovane per la nostra Nazionale?
Ermanno Amedei

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