Più di 200 fusti impilati sotto terra e cementati in superficie da 50 centimetri di calce struzzo. In via Scaffa a Ceprano il nucleo operativo della guardia di finanza ha portato alla luce una vera e propria bomba tossica.
Nonostante sia ancora alle fasi iniziali, l’operazione “Bring to Light†, prospetta preoccupanti risvolti sia per il tipo di reato ambientale, tutto ancora da formulare, sia per l’estensione dell’area interessata.
Si parte da un terreno di 40 mila mq al di sotto del quale giacevano pericolosi liquami e resti di sostanze pericolose, ma scavando emerge sempre di più.
Resta chiarire la contaminazione di queste sostanze con il terreno e con le acque. A soli tre metri dalla zona, ora sotto sequestro, scorrono le acque del fiume sacco e tutti intorno ci sono le abitazioni civili.
Nel portare alla luce i sedimenti alcuni componenti di vigili del fuoco e guardia di finanza hanno accusato malori. I tecnici della Arpa non si sono voluti avvicinare e la zona è stata interamente messa in sicurezza per evitare ulteriori esalazioni nell’aria. L’indagine è partita da fonti vicine alla guardia di finanza che ha chiesto un mandato al dott. Coletta della Procura di Frosinone per scavare il terreno di un ex stabilimento dove intorno agli anni 90 venivano stoccati pneumatici e pannelli e nel quale erano impiegati 350 operai.
Tamara Graziani