Aveva tentato di sottrarsi alla cattura da parte della Guardia di Finanza del Comando Provinciale Frosinone, ieri, tentando di darsi alla macchia nelle strade della Capitale.
La sua fuga è però durata solo poche ore: notato dalle pattuglie delle Fiamme Gialle che, sotto copertura, vigilavano sui luoghi di riferimento del latitante (abitazioni proprie, di amici, bar e locali da lui abitualmente frequentati), è stato tratto in arresto nel momento in cui è stato avvistato nella zona di abitazione. A nulla è valso il suo tentativo di negare la propria identità : riconosciuto a mezzo delle impronte digitali, gli è stata notificata l’ordinanza del giudice ed è stato immediatamente posto agli arresti domiciliari.
Sono così stati arrestati tutti i nove catturandi compresi nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, Dott.ssa Marina Finiti, su richiesta dei Pubblici Ministeri Dott. Pier Filippo Laviani (Procuratore Aggiunto presso la Procura di Roma) e Dott.ssa Patrizia Ciccarese (Sostituto Procuratore presso la Procura di Roma), al termine delle complesse indagini condotte dal Comando Provinciale Frosinone della Guardia di Finanza.
Tali investigazioni hanno svelato l’esistenza di un complesso di società , italiane ed estere, finalizzato ad occultare enormi guadagni al fisco italiano ed a riciclarli in paradisi fiscali esotici, dove avevano creato un vero e proprio impero economico esentasse.
L’indagine, iniziata dalla Procura della Repubblica di Cassino e poi transitata a quella di Roma per competenza territoriale, nasce dall’attività di controllo economico del territorio svolta dalla Guardia di Finanza, che ha individuato nella provincia frusinate alcune persone che giravano con lussuosissimi fuoristrada, con targa del Principato di Monaco e della Repubblica di San Marino, pur dichiarando al fisco guadagni bassissimi.
Dai successivi accertamenti è emerso che i due imprenditori ciociari che utilizzavano le costose fuoriserie, in realtà guadagnavano somme rilevanti, le occultavano al fisco e le riciclavano in paradisi fiscali esteri, avvalendosi della consulenza professionale di quattro commercialisti romani, che fornivano ogni indicazione riguardo al metodo migliore per frodare il fisco, organizzando il giro di false fatturazioni e reperendo prestanome novantenni che, dietro compenso di 1.200 euro al mese, assumevano le funzioni di amministratori delle società fittizie strumentali all’evasione fiscale.
Le Fiamme Gialle hanno accertato, solo per gli ultimi tre anni d’imposta, evasioni fiscali per circa 25 milioni di euro ai fini delle imposte dirette e di oltre 6 milioni di euro di IVA, con fatture false per 11 milioni di euro.
Le società di cui si sono avvalsi gli evasori avevano sede in Ciociaria, a Napoli, a Roma, in Gran Bretagna, in Portogallo, ed in paradisi fiscali quali la repubblica centroamericana di Panama e l’isola di Madeira, territorio portoghese ma con un regime tributario privilegiato.
Le indagini della Guardia di Finanza continuano per accertare il coinvolgimento di altre imprese nella frode fiscale internazionale.