Incidente in grotta, salvato uno speleologo
21 Agosto 2010Luoghi così impervi a volte possono ingannare anche i più esperti, come è successo ad uno speleologo in esplorazione nel noto abisso “Cul di boveâ€, sui monti del Matese ad una profondità di -500 mt a circa 15 ore di progressione dall’ingresso. Nella serata di venerdì 20 agosto, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) della Campania è stata allertato per un incidente speleologico avvenuto nell’abisso in questione.
L’allarme è arrivato da alcuni speleologi che si trovavano nella grotta per esplorarne alcuni punti: erano in sette ed uno si è trovato in difficoltà per cause ancora da accertare. Quindi alcuni speleologi sono rimasti con lui, mentre altri hanno incominciato ad uscire per dare l’allarme alla struttura. Fortunatamente erano presenti con lui anche alcuni tecnici del Cnsas che lo hanno da subito assistito e mai lasciato solo.
Appena ricevuto l’allarme sono subito partite squadre di tecnici della Campania di cui una prima sottosquadra, appena giunta in loco, è stata inviata all’interno per raggiungere il ferito e verificarne le condizioni. Intanto tutte le regioni vicine sono state mobilitate: la Puglia, l’Abruzzo, l’Umbria, il Lazio, il Molise e le Marche, tutti in movimento con squadre tecniche e sanitarie.
Nel frattempo all’interno l’infortunato ha incominciato la risalita assistito dai tecnici che erano con lui all’interno della grotta; la squadra di primo intervento lo ha infatti raggiunto ad un certo punto della grotta, constatando che, con un po’ di aiuto, sarebbe riuscito ad uscire e così è stato. Alle 02.45 di ieri mattina lo speleologo era all’ingresso della grotta dove c’erano già i sanitari del Cnsas della Puglia, mentre la squadra sanitaria marchigiana era in arrivo. I sanitari del Cnsas lo hanno preso in consegna e gli hanno prestato le prime cure.
Ad una prima analisi il giovane presentava solo forti contusioni senza grandi traumi. E’ stato comunque accompagnato al più vicino ospedale, sempre assistito dalla squadra sanitaria del Cnsas. Fortunatamente la presenza all’interno della grotta di speleologi esperti e di tecnici del Cnsas ha reso possibile la soluzione dell’intervento in tempi relativamente brevi, rispetto alle prospettive di un recupero a grande profondità .
m.b.
Non capisco come mai ogni volta che accade qualcosa la realtà degli eventi viene puntualmente distorta a favore di chi vuole essere protagonista, ma non era presente. Io sono una dei tre che in 8 ore è uscita da -550, con un sacco pesante (dunque 15 ore dall’ingresso propio non ci stanno) e ho dato l’allarme. Peccato che le mie parole sono state travisate e le richieste di chi era dentro ignorate. Non è stato permesso a chi voleva entrare di agire e sono arrivati i campani così tardi che il ferito stava già passando l’ultima strettoia. I tre che lo hanno parancato su tutti i pozzi e aiutato sui traversi, portando con se corde e trapano per ogni evenienza, sono sì del soccorso, ma a differenza di chi pensa che basti questo per essere uno speleologo, loro vanno in grotta regolarmente e fanno esplorazione. Detto ciò io ero sicura che Luca Budassi, Lello Massimi Alunni e paolo Turrini ce l’avrebbero fatta anche senza l’aiuto di nessuno, ma sarebbe stato carino che qualcuno fosse entrato ad aiutarli, invece di fare diagnosi e congetturare ipotetici interventi da fare, dal momento che qualcuno aveva già preso una decisione. Pertanto devo smentire che l’intervento sia andato a buon fine, poichè non è servito l’intervento dei finti soccorritori con le patacche sul gilè e i cellulari in mano.
Io vado in grotta e se mi faccio male vorrei poter contare sul CNSAS, ma se il CNSAS non considera le richieste di chi conosce i fatti non può contare sulla fiducia di chi dovrebbe sostenerlo.
Siate onesti, il soccorso venerdì scorso ci ha delusi e ha fatto una pessima figura al campo del Matese, poi potete scrivere quello che volete, ma chi c’era lo sa.
Grazie per l’attenzione
Alessandra Lanzetta
spero abbiate il coraggio di pubblicare le smentite, dal momento che siete un servizio pubblico
Chiedo scusa se ho offeso qualcuno. Spero però che sia chiaro che non volevo dare un colpo al soccorso nazionale, ma vorrei invitarlo a una riflessione su quanto accaduto per migliorare, dal momento che ci sono state molte incomprensioni sul campo, che hanno determinato la poca coordinazione. Desidero perciò ribadire il mio rispetto per il cnsas, che è l’unica istituzione che riconosco in quanto speleologa e per questo vorrei ci fosse più chiarezza.
Alessandra Lanzetta