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Incidente in grotta, salvato uno speleologo

Luoghi così impervi a volte possono ingannare anche i più esperti, come è successo ad uno speleologo in esplorazione nel noto abisso “Cul di bove”, sui monti del Matese ad una profondità di -500 mt a circa 15 ore di progressione dall’ingresso. Nella serata di venerdì 20 agosto, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) della Campania è stata allertato per un incidente speleologico avvenuto nell’abisso in questione.
L’allarme è arrivato da alcuni speleologi che si trovavano nella grotta per esplorarne alcuni punti: erano in sette ed uno si è trovato in difficoltà per cause ancora da accertare. Quindi alcuni speleologi sono rimasti con lui, mentre altri hanno incominciato ad uscire per dare l’allarme alla struttura. Fortunatamente erano presenti con lui anche alcuni tecnici del Cnsas che lo hanno da subito assistito e mai lasciato solo.
Appena ricevuto l’allarme sono subito partite squadre di tecnici della Campania di cui una prima sottosquadra, appena giunta in loco, è stata inviata all’interno per raggiungere il ferito e verificarne le condizioni. Intanto tutte le regioni vicine sono state mobilitate: la Puglia, l’Abruzzo, l’Umbria, il Lazio, il Molise e le Marche, tutti in movimento con squadre tecniche e sanitarie.
Nel frattempo all’interno l’infortunato ha incominciato la risalita assistito dai tecnici che erano con lui all’interno della grotta; la squadra di primo intervento lo ha infatti raggiunto ad un certo punto della grotta, constatando che, con un po’ di aiuto, sarebbe riuscito ad uscire e così è stato. Alle 02.45 di ieri mattina lo speleologo era all’ingresso della grotta dove c’erano già i sanitari del Cnsas della Puglia, mentre la squadra sanitaria marchigiana era in arrivo. I sanitari del Cnsas lo hanno preso in consegna e gli hanno prestato le prime cure.
Ad una prima analisi il giovane presentava solo forti contusioni senza grandi traumi. E’ stato comunque accompagnato al più vicino ospedale, sempre assistito dalla squadra sanitaria del Cnsas. Fortunatamente la presenza all’interno della grotta di speleologi esperti e di tecnici del Cnsas ha reso possibile la soluzione dell’intervento in tempi relativamente brevi, rispetto alle prospettive di un recupero a grande profondità.
m.b.

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