Una serie di studi scientifici hanno dimostrato che questa ginnastica, “cugina” delle arti marziali – stando ad un recentissimo studio eseguito dai ricercatori del Tufts Medical Center di Boston – consente di conseguire sorprendenti benefici, tra cui un miglioramento dei sintomi della fibromialgia, complessa sindrome che si manifesta attraverso dolori muscolari diffusi, disturbi del sonno, stanchezza e depressione. Questa malattia colpisce soprattutto le donne, ma purtroppo non esistono test diagnostici per il suo riscontro. Le cause della sua diffusione sarebbero ancora sconosciute e non esiste, inoltre, una terapia che si sia dimostrata particolarmente efficace che non riguardi normali antidepressivi e integratori alimentari. Ma in tutto questo, proprio il TAI CHI si è rivelato idoneo a produrre notevoli benefici, in quanto – facendo leva su componenti fisiche, psicologiche sociali e spirituali – ha dimostrato di poter combattere efficacemente il dolore, la stanchezza, l’insonnia e migliorando le prestazioni fisiche. Unico problema è che una certa classe medica ha operato ostruzionismo all’idea che la fibromialgia possa essere curata con una medicina cosiddetta “alternativa”.
La tipologia di esercizi eseguiti derivano dalle arti marziali cinesi, ed in particolare dallo Yang, elaborato tra 1800 e 1900 dall’omonima famiglia. Di facile apprendimento, si basa su movimenti lenti ed armonici che produrrebbero un equilibrio tra corpo e mente, a sua volta basato sull’equilibrio dei cinque elementi – acqua, terra, fuoco, legno, metallo – a loro volta simbolicamente legati a cinque animali: drago verde, fagiano rosso, fenice gialla, tigre bianca, tartaruga blu.
di Palma L.