Gli italiani che acquistano computer della Apple; gli italiani che indossano gli i-pod mentre fanno jogging al parco; gli italiani che si vantano per il loro i-phone di ultima generazione. Gli stessi italiani che, proprio dalla rinomata Mela, così come le genti di molti altri Paesi, vengono descritti in una applicazione, “What Country”, che consente di viaggiare pur standosene tranquillamente spanciati nel divano di casa. Bene, diamogli un’occhiata.. Se volessimo andare in Spagna, incontreremmo il calore della gente, e potremmo gustare una buona paella; in Francia, invece, ci imbatteremmo in belle e romantiche piazze e gusteremmo del buon vino; in Germania troveremmo un pò di rigore, di disciplina, ma la cioccolata Svizzera potrebbero farcele dimenticare. E in Italia?
Come sarà stata descritta la nostra Italia? Quali saranno state le doti, il fascino, la storia, le qualità uniche del nostro Paese che l’applicazione avrà voluto mettere in evidenza per promuovere il desiderio di venirlo a visitare?
Purtroppo, nulla di tutto ciò. Anzi, diciamola così: se fossi uno straniero che sbircia l’applicazione incriminata, mai e poi mai deciderei di venire a visitare l’Italia. Perché penserei che la pizza potrei sempre mangiarla a casa mia (oramai, la fanno ovunque..), ma che della mafia, della camorra e della ‘ndrangheta posso tranquillamente farne a meno. Infatti, nella nota esplicativa, si legge testualmente: «La mafia in Italia è grande. Nessuna sorpresa! È nota come Cosa Nostra. Le altre sono la camorra e la ’ndrangheta. La mafia italiana forse è meglio conosciuta per le sue tradizionali attività criminali, come l’estorsione e il racket della prostituzione. La mafia oggi in Italia, tuttavia è diventata molto più sofisticata e ha diversificato il suo portafoglio di attività criminali. La mafia in Italia costituisce una formidabile forza economica che rappresenta circa il 10% del Pil. Il fatturato annuo della mafia italiana è stimato intorno a 10 miliardi di euro».
E così l’Osservatorio Antiplagio, offeso dalle qualità denigratorie con cui l’Italia veniva palesemente “maltrattata” dalla Apple, ieri aveva invitato una lettera alla Brambilla, in qualità di Ministro del Turismo, titolare della delega alla tutela e al rilancio dell’immagine dell’Italia e del made in Italy, con cui le si chiedeva di denunciare l’applicazione. Cosa che il Ministro ha fatto: “Ho dato mandato all’Avvocatura dello Stato di procedere nelle sedi opportune contro i responsabili del grave danno d’immagine arrecato al nostro Paese”, ha spiegato, e continua “si tratta ovviamente di una rappresentazione offensiva ed inaccettabile, per di più accompagnata da un testo ‘esplicativo’ che, se possibile, peggiora ulteriormente le cose. L’Italia e’ un faro nel mondo per la sua storia, la sua cultura ed il suo stile. Come cittadina e come ministro non posso permettere che si getti discredito sul nostro Paese utilizzando un’organizzazione criminale come nostro testimonial”.
La richiesta rivolta alla Apple riguarda la rimozione dell’applicazione da App store e l’avvio di opportuno procedimento contro i responsabili.
Ovviamente, la scelta della Apple ha diviso l’Italia, che …come ha detto qualcuno.. non ha dimostrato di saper essere unita neppure quando ci sfottono in un modo tanto sfacciato: da una parte, ci sono i commenti di quanti da questa storia si sono sentiti indignati, dall’altra c’è chi invita ad abbandonare la strada dell’ipocrisia ed ammettere che la mafia è, effettivamente, un elemento caratterizzante del nostro Paese.
Non sapendo bene da che parte schierarmi, credo che, tutto sommato, ci è andata bene: se avessero fatto riferimento anche alla triste pantomima politica, le alzate di dito medio e gli insulti a cui stiamo assistendo in questi giorni, ci saremmo dovuti vergognare molto ma molto di più! Viva l’Italia…
di Palma L.