L’Università di Cassino continua la sua battaglia per la liberazione di di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata a morte dal regime per aver commesso il reato di adulterio.
“Il messaggio che inoltriamo – si legge in una nota stampa – riporta l’appello inviato all’autorità irachena lo scorso 7 settembre, in sostegno alla sospensione della pena per la cittadina Sakineh Mohammadi Ashtiani; appello comune ai tanti, tantissimi giunti da ogni parte del mondo, che insieme sono stati in grado di far ripensare, almeno per il momento, la condanna.
Riteniamo opportuno, e pertanto lo chiediamo, che non finisca l’interesse per questa campagna, che non scompaia questo argomento dalle nostre e dalle vostre discussioni. Che invece sia riportato all’attenzione degli organi di informazione, con l’attesa del mondo per la liberazione definitiva della condannata, Sakineh Mohammadi Ashtiani”.
Eccellenza,
Noi, uomini e donne dell’Università di Cassino, insieme al Rettore e ai Presidi di tutte le Facoltà , per il rispetto che noi abbiamo delle due nostre nobili e antiche culture, per l’umanità e per la bellezza del mondo.
La sollecitiamo a non eseguire la condanna a morte di Sakineh Mohammadi Ashtiani per lapidazione o in qualsiasi altro modo.
Le chiediamo di iniziare un riesame approfondito del caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani.
La sollecitiamo a vietare la lapidazione, emanando una legislazione che ponga fine alla pena di morte e proibendo l’uso della fustigazione.
La sollecitiamo inoltre a depenalizzare l’adulterio.
La ringraziamo della Sua attenzione.