Prendiamo atto con grande soddisfazione della smentita diffusa dall’assessore alla Protezione Civile della Regione Veneto in merito alla ventilata ipotesi di una divisa per i volontari della protezione civile regionale diversa da quella adottata da nove anni a livello nazionale.
La Protezione Civile italiana non si distingue, infatti, solo per la sua assoluta originalità strutturale e organizzativa, basata come noto sull’integrazione di tutte le componenti istituzionali statali: dai vigili del fuoco alle forze dell’ordine, dalle forze armate a tutto il servizio sanitario nazionale, dalle organizzazioni di volontariato storiche – come pubbliche assistenze e misericordie – al soccorso alpino e alla croce rossa, ma anche e sopratutto in quest’ultimo decennio dalle forze del volontariato locale, comunale, provinciale e regionale – che da poche decine di unità conta oggi su quasi mezzo milione di italiani. Si tratta di una squadra che ha saputo accantonare protagonismi e contrasti ed ha dato prova di motivazioni e risposte, in Italia e all’estero, riconosciute a livello internazionale. Ma la protezione civile italiana si distingue anche come l’unica struttura nazionale che ha voluto fregiarsi di un simbolo che ha accantonato il triangolo, adottato a livello europeo, per riconoscersi unicamente e integralmente nei colori della bandiera italiana, unico vero collante di tutte le componenti che fanno parte del Sistema Nazionale di Protezione Civile.
Non può esserci, in Italia, un’organizzazione di protezione civile, né a livello locale, né tanto meno nazionale, che possa ritenersi componente del sistema, delle sue procedure e responsabilità , senza provare l’orgoglio e la passione di indossare una divisa dove il bianco, il rosso e il verde sono l’unico punto di riferimento e ragione di esistere.