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Montmartre (Parigi) ricorda con una targa Agostina la Ciociara che incantò Van Gogh

Le modelle e i modelli d’artista ciociari tra fine 1800 e inizi 1900 sono quelli che hanno inventato la professione di modello e modella nella letteratura e nell’arte, cioè quelli che ne hanno fatto un mestiere, e come tale burocraticamente individuato. E le modelle e i modelli ciociari prima a Roma tra fine 1700 e per tutto il secolo successivo e poi a Parigi con successo planetario e anche a Londra, sono quelli che tra l’altro hanno ispirato a tanti grandi e grandissimi artisti alcuni loro capolavori e che ora fanno la gloria dei grandi musei del mondo. Qualche settimana addietro parlammo di Maria, la baronessa di Gallinaro, che diede il proprio corpo splendido per il capolavoro di Rodin, l’Eva incompiuta. Una di queste modelle ciociare, originaria dei Simbruini, ha ispirato due capolavori di Van Gogh, decine di opere famosissime di Corot, eposte al Louvre, al Museo d’Orsay, al Museo Van Gogh di Amsterdam, alla Galleria Nazionale di Washington e in decine di altri Musei e che posò per Gérôme, per Cabanel, per un capolavoro di Manet, per Renoir e per tanti altri. Posò sia in costume ciociaro e sia con altri abiti. Si chiamava Agostina Segatori, visse sempre a Parigi e l’ultima sua residenza ove abitò per circa trentanni fino al 1910 col marito e poi col figlio, fu una piazzetta miracolosa, famosa in tutto il mondo, ai piedi del Sacro Cuore a Montmartre, visitata letteralmente ogni giorno da migliaia di turisti e di pellegrini dell’impressionismo provenienti da ogni angolo della terra, Place du Tertre 3, primo piano. Ora, ecco la bella notizia che ci riguarda, il Sindaco di Montmartre, che è il XVIII arrondissement di Parigi, ha accolto una segnalazione circostanziata che gli è stata presentata e ha dato incarico alla commissione comunale apposita di esaminare la possibilità di apporre una targa che ricordi ai visitatori che al n.3 della piazzetta ha abitato per trentanni Agostina, modella ciociara di Van Gogh, di Corot, di Manet, di Renoir….
di Michele Santulli

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