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Pastori ciociari mobilitati a Roma a sostegno di iniziative “made in Italy

“La mobilitazione dei pastori della Coldiretti continua a livello regionale e nazionale per verificare se gli impegni assunti dopo la nostra manifestazione si trasformeranno in fatti concreti”. Lo ha annunciato il direttore provinciale della Coldiretti di Frosinone, Gianni Lisi, presente oggi insieme agli oltre mille pastori della Coldiretti giunti a Roma da Sardegna, Lazio, Toscana, Sicilia, Umbria e da altre regioni italiane, al termine dell’incontro con i rappresentanti istituzionali delle regioni e dello Stato, al Ministero delle Politiche agricole.
“Entro dieci giorni le proposte contenute nella nostra piattaforma dovranno – ha sostenuto Lisi commentando l’esito comunicato dal presidente nazionale dell’organizzazione agricola Sergio Marini – trasformarsi in risposte concrete al tavolo annunciato dal Ministero delle Politiche Agricole. Noi continuiamo comunque a tenere alta la guardia soprattutto dopo le conferme che abbiamo avuto alla nostra denuncia sul fatto che – continua Lisi che si è intrattenuto a lungo durante la manifestazione con il direttore regionale della Coldiretti del Lazio, il frusinate Aldo Mattia – lo Stato italiano è incredibilmente proprietario di una industria in Romania che, con latte romeno e ungherese, produce formaggi di pecora che vengono “spacciati” come Made in Italy sui mercati europeo e statunitense contribuendo ad uccidere con la concorrenza sleale i pastori italiani.Si tratta di un fatto gravissimo che rappresenta – ha aggiunto Lisi – un vero e proprio “falso Made in Italy di Stato” sul quale il Ministero delle politiche Agricole si è impegnato ad indagare con l’istituzione di una apposita Commissione per fare luce sul caso denunciato dalla Coldiretti e su casi analoghi”. Lisi, insieme ai circa 100 pastori ciociari, ha raggiunto, con i suoi più stretti collaboratori, la Capitale, dove dalla sede nazionale di via XX Maggio, la nutrita delegazione, ha raggiunto la sede le ministero dell’Agricoltura in XX Settembre. Sono stati offerti i veri pecorini e formaggi ciociari ed è stata allestita anche una mini–mostra dei formaggi che si continuano a spacciare per italiani ma che in verità di italiano hanno davvero ben poco. “Una giornata che reputiamo abbastanza positiva – ha commentato Lisi – che è stata utile a far emergere ancora meglio le nostre proposte come Coldiretti per dare nuovo slancio al settore oggi in forte crisi. La nostra piattaforma rappresenta una risposta globale infatti a quanto sta accadendo e per questo auspichiamo in tempi brevi una concreta soluzione della vertenza e risposte certe e definitive per una crisi che, è bene ricordare, non riguarda solo il prezzo, oggi fermo a poco più di 60 centesimi per litro, ma nel concreto offre una programmazione seria e mirata di riorganizzazione del settore. La nostra piattaforma per il rilancio e lo sviluppo del settore per “Una filiera ovi-caprina tutta agricola e tutta italiana” – ha aggiunto Lisi – è stata ulteriormente definita nel corso del vertice che si è tenuto nel primo pomeriggio a Roma presso Palazzo Rospigliosi sede della Coldiretti al quale hanno partecipato tutti e mille i pastori presenti. Il documento prevede interventi compatibili con quanto Stato e regioni possono fare. Non ci aspettiamo, dunque, una risposta immediata perchè vogliamo dare il tempo alle istituzioni per fare le opportune verifiche senza nascondersi dietro l’alibi del “non conosciamo” o “verificheremo”. Questo a partire dalla necessità di chiarire perché lo Stato italiano è proprietario di una industria che in Romania, con latte romeno e ungherese, produce formaggi di pecora che vengono “spacciati” come Made in Italy sui mercati europeo e statunitense contribuendo ad uccidere con la concorrenza sleale i pastori italiani. Ora aspettiamo solo – ha concluso Lisi – che venga a breve riconvocato un tavolo per avere risposte definitive e fino ad allora la nostra mobilitazione continuerà.
LA PIATTAFORMA
interventi congiunturali
· intervento di ritiro dal mercato del Pecorino Romano al fine di smaltire gli stocks di prodotto; l’azione dovrebbe essere coordinata tra il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali e le Regioni (Sardegna e Lazio) per un valore complessivo di intervento per non meno di 25 milioni di euro;

· il ritiro dal mercato di tali produzioni deve essere realizzato contestualmente alla sottoscrizione di un accordo pluriennale (almeno biennale) tra produttori e acquirenti che abbia come obiettivo nuove relazioni industriali fondate su un’equa distribuzione del valore aggiunto e una reale copertura dei costi di produzione;

· modifica del DM relativo all’applicazione dell’art. 68 del Reg.(CE) 73/09 del Consiglio applicato in Italia dal D.M. 29 luglio 2009 prevedendo un sostanziale maggior impegno di risorse per il settore ovino, come già avviene in molti Paesi comunitari;

· intervento di ristrutturazione dei debiti, sia bancari che previdenziali, in modo da ripristinare la situazione finanziaria degli allevatori e garantire la normale conduzione delle aziende. A tale scopo – secondo la Coldiretti – è urgente, da parte delle Regioni interessate, il ricorso al de minimis che, considerata la crisi economica, è stato elevato dal’Unione Europea in via temporanea a 15.000 euro da utilizzare entro il 31 dicembre 2010, e che necessita di proroga. Per quanto riguarda la previdenza, la Coldiretti richiede l’immediato ripristino degli sgravi contributivi nelle zone svantaggiate;

· agevolazioni per l’accesso al credito di miglioramento e di esercizio con il concorso pubblico sugli interessi per far fronte alle spese correnti per porre fine alle pratiche capestro delle caparre concesse dagli acquirenti;

· introduzione di un nuovo piano ambientale di mantenimento della produzione ovina da finanziare attraverso una nuova modulazione del PSR prevedendo un incremento delle indennità compensative e la reintroduzione delle misure per il benessere animale. La crisi dell’allevamento ovicaprino ha importanti conseguenze in termini di occupazione e di dinamica sociale nelle zone rurali, per l’ambiente e dal punto di vista del patrimonio culturale;

· istituzione di un tavolo con le Regioni interessate e il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali per la verifica e il controllo costante sul corretto funzionamento delle Organizzazioni di produttori e delle Organizzazioni Comuni riconosciute;

· sulla base di sistemi certificati di tracciabilità del latte, istituzione di un Osservatorio per il monitoraggio dei flussi di latte con la collaborazione dei NAS e l’Agenzia delle Dogane.

Ø interventi strutturali per la costruzione di una filiera ovicaprina tutta agricola e italiana
· al fine di garantire un equo reddito dal mercato e ricostruire la filiera partecipando al valore aggiunto, è necessario – sostiene la Coldiretti – prevedere una nuova modulazione dei PSR delle Regioni interessate finalizzate alla possibilità di messa in disponibilità ai produttori di:
a) mattatoi mobili, per garantire l’approvvigionamento dei mercati locali di carne ovina prodotta localmente; b) moderne strutture di stoccaggio e forme agevolate di accesso al credito per consentire ai produttori una gestione finanziaria adeguata ai tempi di immissione sul mercato.
E’ urgente la istituzione e la tempestiva messa a regime della “stanza di compensazione”, prevista dal Disegno di legge in corso approvazione da parte del Consiglio Regionale Sardo. E’ necessario che alla sua costituzione possano partecipare anche il Ministero per le politiche agricole e forestali e le altre Regioni produttrici. La “stanza di compensazione”, quale organismo per stabilizzare il mercato serve al fine di evitare di svendere sul mercato il prodotto e creare le condizioni per la valorizzazione e trasformazione del Pecorino Romano;

· piena attivazione dei circuiti commerciali di “filiera corta”; sviluppo della vendita diretta e priorità nella fornitura di mense scolastiche, mense ospedaliere, ecc., per i prodotti provenienti da “filiera corta”. Le Regioni produttrici, con il concorso dei Ministeri, devono avviare per la prossima campagna scolastica un progetto di educazione alimentare per far conoscere e distribuire nelle scuole regionali formaggi DOP ovicaprini;

· per quanto riguarda l’energia e i trasporti, che incidono sensibilmente sulla struttura dei costi dell’allevamento ovicaprino, è necessario rivedere gli interventi sulle energie rinnovabili affinché si realizzino micro investimenti in grado di garantire “l’autosufficienza” energetica degli allevamenti. Il Governo e le Regioni interessate dovranno riaprire con l’Unione Europea la “questione continuità territoriale” che incide significativamente sul costo dei trasporti. Nelle more si chiede:

· una specifica misura di aiuto che possa azzerare le “disuguaglianze competitive” delle imprese che non solo operano già in zone svantaggiate ma anche condizionate dall’insularità;

· la costituzione dell’Osservatorio dei costi di produzione per rendere consapevoli, attraverso bollettini periodici pubblici, i consumatori che – afferma la Coldiretti – spesso si produce sottocosto nonostante i prezzi al dettaglio non diminuiscano. Per ottenere un’equa distribuzione dei margini in seno alla filiera è necessario informare i consumatori, ma anche gli operatori stessi della filiera, sulla formazione dei prezzi in tutte le fasi;

· la valorizzazione dell’agnello italiano; le sue diverse tipologie in Italia non hanno consentito una valorizzazione commerciale del prodotto in modo coordinato. Come richiede il Parlamento Europeo, è urgente l’adozione di un sistema di regolamentazione obbligatorio delle etichette che consenta ai consumatori di distinguere il prodotto italiano da quello proveniente da paesi terzi. Il consumatore deve poter conoscere l’origine geografica del prodotto che consuma oltre che menzioni complementari quali la data di abbattimento o le informazioni sulle condizioni di allevamento;

· la realizzazione di adeguate strategie di marketing e di programmi di valorizzazione a supporto di produzioni casearie tipiche e di qualità (anche nel mercato estero), prevedendo un percorso di valorizzazione di tutti formaggi ovini al fine di sganciarne la determinazione del prezzo dal pecorino romano;

· il rilancio di una innovata Assistenza Tecnica. E’ necessario riprendere il percorso di un piano qualità latte regionale garantendo all’allevatore un servizio che permetta di elevare gli standards degli allevamenti. Il Piano Qualità Latte è essenziale per la valutazione e il pagamento del latte a qualità su base regionale;

· la verifica della possibilità di introdurre misure di compensazione al reddito per gli allevatori di ovini da latte che, a seguito della soppressione delle misure comunitarie riferite alle restituzioni all’esportazione e all’aiuto all’ammasso di Pecorino Romano, non hanno ricevuto, diversamente da altri settori, alcuna misura di accompagnamento.

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